Alla scoperta di Leonessa

Una città che porta con orgoglio e valore il suo nome

L’origine del nome Leonessa​, borgo situato in provincia di Rieti, è incerta e avvolta da una tradizione locale: nel 1300 viene rinominato tale da Gonessa​ o Connexa​ a Lionissa​; si racconta che i ​Connexani o ​Gonessiani combatterono come leoni per l’appropriazione di tale territorio.

Le prime testimonianze scritte sui nuclei abitativi di tale città si hanno solo intorno all’VIII secolo d.C., epoca in cui Adelchi (figlio del re longobardo Desiderio) cedette, al ​Monastero di Farfa delle fortezze, tra cui Leonessa, appunto.

Per trovare ​Leonessa così come la conosciamo oggi, dobbiamo arrivare sino al XIV secolo, quando i sovrani di Napoli cominciarono a edificare intorno a Ripa di Corno, la parte più alta del paese. Nei secoli a venire, il paese conobbe una forte crescita industriale, soprattutto laniera, che trovò sbocchi nei mercati di ​Farfa e di ​Ascoli Piceno​; ma intorno al 1700 tale economia volge al declino a causa dei violenti terremoti che la colpirono, poiché rimasero distrutti decine di edifici pubblici.

Per arrivare a Leonessa​ si deve passare per un’impervia valle, la stessa che attraversò San​ Francesco circa ottocento anni fa, fino ad arrivare a un’altura. Appena arrivati si vede subito la Porta​ Spoletina, risalente al XV secolo, e da qui dipartono le principali vie del centro storico che si congiungono nella piazza principale; nel periodo di maggior ricchezza della città – grazie allo sviluppo dell’industria laniera – tali vie erano piene di piccole botteghe e il fulcro del mercato era proprio la piazza, in cui arrivavano tutte le vie. Proprio su questa piazza vi è la ​Chiesa di San Pietro, costruita intorno al 1200 dagli Agostiniani. La particolarità della struttura di questa chiesa è che segue e si adatta al rilievo del monte: nella parte inferiore vi è una chiesa distinta da quella di San​ Pietro​, Santa​ Maria delle Grazie​. I vari terremoti hanno portato a una continua ristrutturazione della stessa, in particolare quello del 1703; ecco perché la struttura della chiesa porta con sé vari stili, come ad esempio il barocco, stile principale dell’interno della struttura.

Proseguendo per ​Piazza VII Aprile e inoltrandoci per ​via San Francesco, arriviamo a ​Piazza Santa Croce dove vi è la ​Chiesa di San Francesco. I francescani cominciarono a costruirla nel 1200; la facciata è di colore rosso tipico dei paesi aquilani e all’interno vi è una mostra perenne di un presepe risalente al XVI secolo.

Particolare importanza ha la chiesa del patrono SanGiuseppe da Leonessa​, in cui sono conservate ancora le spoglie del santo, mentre il cuore, ancora intatto, è custodito in un reliquario argenteo seicentesco. La chiesa fu costruita in epoca barocca, a metà del Settecento, su un precedente oratorio che a sua volta era la casa natale del Santo. Per ricordare e commemorare il santo viene celebrata una processione per le vie del borgo, il 4 febbraio, giorno della sua morte.

Leonessa fu incrocio e scambio nella vita di molti santi. Passarono da qui i francescani, ma anche ​San Benedetto​, durante i suoi pellegrinaggi verso Roma, si fermò proprio a Leonessa; partendo da ​Norcia​, città natale di San Benedetto, si può arrivare a ​Montecassino per poi incrociare la via Francigena sud, la quale ancora tuttora è meta di pellegrinaggio per molti credenti. Durante le calde estati è consigliabile ripercorrere questi luoghi in cui, immersi nel verde, è possibile trovare riparo dalla calura e con un po’ di fortuna è possibile ritrovare quella pace interiore perduta.

Se si vuole percorrere e visitare Leonessa​ verso la fine di giugno, ci si può imbattere in una delle feste più attese: Il Palio​ del Velluto.

Celebrato il 29 Giugno per commemorare i SantiPietro e​ Paolo​ – che intorno al 1400 erano i patroni della città – questa tradizione venne ripresa nel 1997, dopo un’interruzione di ben 600 anni. La città è divisa in sesti, porzioni di terreno riconoscibili dalle fortezze e dai castelli che anticamente erano lì.

Vi sono sei zone:

  • Il sesto di Corno
  • Il sesto di Forcamelone
  • Il sesto di Poggio
  • Il sesto di Croce
  • Il sesto di Torre
  • Il sesto di Terzone

La manifestazione dura tre giorni, durante i quali i sesti si sfidano tra di loro con svariati giochi.

Si inizia con il torneo della “palla grossa”, un torneo di calcio simile a quello fiorentino, che continua sino al giorno successivo, al termine del quale viene dichiarata vincitrice una squadra. A seguire c’è la “Gara del Pane”: protagoniste sono le sei dame dei sesti, che porteranno sulla testa sei pagnotte di pane, percorrendo nel frattempo un percorso ad ostacoli. Nell’ultima giornata vi è la gara dell’anello che conclude la gara dei sesti e l’investitura della nuova ​Margherita d’Austria​, che riceve la collana con i colori dei sesti.

Leonessa, oltre ad avere un così grande bagaglio sia religioso che culturale, è molto rinomata anche per il cibo. Tipica del posto è la “patata”, la regina della tavola. Questo prodotto del luogo è inscritto all’interno dell’Elenco Nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali del Lazio​.

A ​Leonessa vengono coltivati tre tipi di patate: la “Désirée” a buccia rossa e pasta gialla, l’”Agria” a buccia bianca e pasta gialla e la “Marfona” a buccia liscia bianca e pasta gialla. Queste sono molto apprezzate perché non assorbono acqua in eccesso, quindi sono ideali per la realizzazione degli gnocchi. Per celebrare la patata leonessana viene organizzata una festa la seconda domenica di ottobre, in cui i visitatori possono assaggiare svariati piatti il cui ingrediente principe è sempre la patata; alla fine di questa sagra ogni produttore presenta il proprio raccolto e vince colui che ha presentato il tubero più grande.

Articolo di Daniele Morali

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Redazione Nèa Polis

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