Balthus e “La Rue” della storia: mostra imperdibile alle scuderie del Quirinale

Balthus e “La Rue” della storia: mostra imperdibile alle scuderie del Quirinale

Dal 25 ottobre al 31 gennaio 2016 Scuderie del Quirinale in collaborazione con Palaexpo ospita “La retrospettiva”. Opere provenienti da diverse parti del Mondo, vanno a completare “L’atelier” in Villa Medici creando un quadro tout court sull’artista morto nel 2001 e molto legato alla città di Roma.

L’idea di porre come quadro d’entrata “La Rue” (sperimentazioni e bozze) ci porta immediatamente al fulcro centrale dell’intera mostra. In esso Balthus racchiude gli elementi pregnanti della sua pittura dalla fine degli anni venti fino alla metà degli anni quaranta. Nella sperimentazione del quadro, datata 1929, vediamo una tendenza al movimento, riconoscendo dei punti fermi: cubici edifici inglobano una scena di vita quotidiana in strada. Immortalano personaggi intenti in varie azioni. La figura centrale, che Balthus deciderà di tenere stabilmente in ambedue i quadri è un bambino, alle soglie dell’adolescenza in una posa militaresca. Nell’ultima rivisitazione, quella che tutti conoscono come opera finale, Balthus ferma il movimento con pennellate decise, colori forti, corpi e volti di marionette, senz’anima. L’intento di voler raffigurare un’ epoca in cui le coscienze sono appannate dai grandi cambiamenti pre-bellici, da manovre politiche in cui i cittadini vengono considerati muti, inanimati spettatori di quel che accadeva è evidente.

Un periodo molto particolare per l’Europa, che viveva i postumi di una guerra cruenta e si accingeva a vivere anni di grossa crisi sociale. L’aspetto principe che ritroviamo in questo quadro, esposto al Moma di New York è la vicinanza di Balthus ai problemi sociali dell’epoca. “Cittadino europeo” per eccellenza, durante la sua vita si mosse nella fascia che va dall’Italia al Marocco, passando per la Svizzera ed approdando in Francia. Un viaggio nella mitteleuropa che lo porterà ad affinare il gusto per diverse tendenze artistiche, ad impregnarsi della cultura dell’epoca fino ad arrivare a sviscerarla sapientemente, senza mai dimenticare la via percorsa. Numerosi i riferimenti nelle sue opere a Freud, ai pittori primitivi italiani e agli scrittori che lo hanno preceduto, inguaribili romantici, come si evince da alcuni temi della sua pittura e nelle pennellate fugaci che ricordano gli artisti di fine Ottocento.

Il suo occhio scrutava l’orizzonte, arrivando a sperimentare l’arte nel teatro o nella fotografia; la sua mente rivolgeva pensieri verso ciò che la società dell’epoca viveva, impietrita -ne sono riprova le labbra ricurve, tristi dei ritratti dell’epoca che va dalla fine degli anni venti alla metà degli anni quaranta o le forme geometriche, precise ed inflessibili su cui dipingeva umane e paesaggistiche trame-; il suo cuore tendeva al passato, alla fanciullezza, alle fiabe, all’inconscio, ai romanzi di amori tumultuosi, ad arcaiche scene agresti lontane ed isolate nel tempo.

Un esempio di nudo fanciullesco
Un esempio di nudo fanciullesco

La mostra si delinea dividendo le opere per tematiche. La fanciullezza è forse il tema più ricorrente. In quasi tutte le sale notiamo bambini in fase pre-adolescenziale, che vengono dipinti in pose di gioco e di studio, sino ad arrivare al “nudo fanciullesco”. Balthus raffigurava questa fase della vita come passaggio fondamentale, come un lasciare, uno svestirsi del fiabesco, del fluido vagare verso sogni infiniti, un prepararsi alla pesantezza della vita adulta fatta di materialità e bramosia. Il quadro che più riconduce a questo aspetto è sicuramente “La Camera”. Giochi di luci ed ombre mettono al centro della scena una fanciulla nuda, adagiata su una poltrona dai tessuti pomposi, morta o dormiente. Un essere misterioso, inquietante, dai tratti demoniaci, apre il tendaggio per far entrare la luce sul corpo inanimato. Spettatore o manovratore un gatto. Il gatto è uno degli altri temi ricorrenti nella pittura di Balthus. Difatti nel 1935, si autoritrae, dando nome al quadro, “Il Re dei Gatti”. L’animale citato, che comparirà più volte nelle sue opere e come tema centrale nel quadro pubblicitario il “Gatto del Mediterraneo”, è forse il simbolo più evidente della sua anarchia, del suo non essere legato a nessun despota. Il gatto animale considerato domestico, mantiene sempre la sua indipendenza, così come il pittore. Attento osservatore della realtà, ritroviamo il felino spesso nei suoi quadri come parte armonica, come fosse un elemento discordante, ma inserito nel contesto del dipinto.balthus 1

Spettatore quasi invisibile del mondo che cambia, il “gatto” Balthus rimane ancorato ai pittori italiani del 1300-1400. I volti dei suoi quadri ricordano molto le immagini sacre di grandi pittori italiani come Piero della Francesca, così come i suoi paesaggi, che prendono spunto dall’arte cinese nello scema pittorico, oltre che dai primitivi.

Numerose le sue collaborazioni con artisti suoi contemporanei come Artuad,  Giacometti o Klossowski, a cui diede sicuramente grandi spunti creativi. In mostra si possono vedere le diverse tendenze e i punti in comune. Per ogni grande amicizia del pittore abbiamo una sala tematica con opere a confronto.

Così ha voluto mostrarci Balthus Cecile Debray. Un pittore che ha saputo viaggiare su una macchina del tempo passando dalle statiche forme geometriche che sembrano appartenere ad un’epoca classica ed imprigionano i soggetti, rendendoli apparentemente senz’anima, con volti dai tratti rassomiglianti alle Madonne altomedievali, arrivando a tematiche fuori da ogni tempo: fiabe e romanzi rivisitati, che mettono in luce i focosi istinti inconsci, bramosie dell’ intimo animo umano, mischiate a sogni e sonni ristoratori che sembrano essere il mezzo per sconfiggere una dura realtà che i suoi contemporanei evitavano di scrutare o guardavano da vuoti spettatori come dimostra La Patience olio su tela enigmatico, ma di forte impatto emotivo per l’epoca in cui è stato dipinto.

Silvia Grillo

 

Elio Tomassetti

Elio Tomassetti

Direttore della testata e giornalista dal 2010, dopo la laurea in Giurisprudenza mi sono sempre occupato di comunicazione soprattutto nei settori socio-culturali. Contatto: eliotomassetti1988@gmail.com