Che classe: al Teatro de’ Servi la scuola diventa un’occasione di riscatto

Che classe: al Teatro de’ Servi la scuola diventa un’occasione di riscatto

che classeAl Teatro de’ Servi la scuola diventa un’occasione di riscatto con “Che classe” di Veronica Liberale.

La trama

Quattro studenti, una professoressa, una bidella: bastano e avanzano a comporre una classe tutta particolare dove si incrociano, con ritmo incalzante, battute a ruota libera e problemi reali. Perché lo spettacolo scritto da Veronica Liberale, prodotto da Antonio Grosso e Marco Cavallaro si muove nella migliore tradizione del Teatro de’ Servi che pretende dagli spettacoli in cartellone brio, leggerezza, ironia, ma anche attenzione al sociale.

Come è difficile fare il professore, oggi. Ma anche come è difficile fare lo studente, specie se si lavora e ci si è iscritti a un liceo serale, con il miraggio dell’agognato diploma. Questo sembrano dire i personaggi che si muovono sul palcoscenico per la regia di Marco Simeoli, in scena dal 3 al 22 aprile.

In primo luogo lei, Nora Cosentino de Cupis, la prof, interpretata dalla stessa autrice, colta, sensibile, ma è una sognatrice che non sa e forse non vuole neppure insegnare. Per di più deve fare i conti con lo spettro ingombrante della madre, ex preside in quella stessa scuola, pedagoga e scrittrice di successo, insomma l’esempio da seguire, da imitare e dal quale sentirsi inesorabilmente annichiliti. Per fortuna c’è Tecla, la bidella, interpretata da Antonia Di Francesco, che con simpatia tutta romana sa uscire dalle situazioni più intricate.

Gli studenti compongono una specie di Corte dei miracoli: non poteva mancare l’extracomunitaria, russa, diplomata in patria ma in Italia costretta, con rabbia, a fare la badante (Alessandra de Pascalis), il ristoratore che non sa assumersi le sue responsabilità (Simone Giacinti), la tipica rappresentante della nuova generazione di smanettoni capaci di inventarsi lavori come fashion youtuber ma pur sempre attaccati al pezzo di carta (Veronica Pinelli) e infine il giovane disadattato e secchione con problemi relazionali (Fabrizio Catarci).

Ne scaturisce un florilegio di frustrazioni. Perché è nell’ordine delle cose, coi tempi che corrono, sentirsi fuori posto.

Ma sono davvero inadeguati Nora e i suoi studenti? Alla fine riusciranno a superare dubbi e indecisioni, conquistando o almeno intravvedendo un riscatto sociale, un miglioramento concreto della propria vita. Non c’è da preoccuparsi. L’happy end è d’obbligo. Si deve uscire dal teatro sorridendo.

Il regista di che classe

Marco Simeoli debutta a dodici anni in una commedia a Napoli.
Dopo il teatro amatoriale, inizia un importante percorso, lavorando con delle compagnie. Nel 1991 sostiene il provino e approda al Laboratori di Esercitazioni sceniche di Roma diretto da Gigi Proietti.
Ha così inizio quella che Marco definisce “una meravigliosa avventura”, che continua ancora oggi.
Quello con Proietti lo definisce un rapporto tra i più cari. Una collaborazione che continua ancora oggi su vari fronti. Dopo la scuola è cofondatore, insieme con altri tre usciti dai Laboratori, della compagnia I Picari, scioltasi dopo dieci anni, con la quale ha affrontato lunghe stagioni invernali e molte piazze in estate, interpretando testi scritti da loro. Un’esperienza che Marco definisce essere stata per lui “una seconda scuola”.
Al cinema debutta con Brizzi in Ex, con cui tornerà a lavorare in Notte Prima degli Esami oggi. Anche lui, come Loredana Piedimonte, partecipa con Proietti e tutta la compagnia con la quale aveva portato in tournée lo spettacolo teatrale, all’episodio La Signora delle Camelie, nel film Un’estate al mare di Carlo Vanzina.
Da regista, a fine 2016, con la Compagnia Velluto Rosso ha messo in scena la commedia, sempre al Teatro de’ Servi “Amore non essere geloso” e torna con “che classe” ad Aprile.

Il teatro

L’edificio che ospita il Teatro dei Servi è stato costruito, nel 1950, nel grande orto e giardino del convento adiacente alla parrocchia della chiesa di Santa Maria in Via.
Situato nel centro storico di Roma a pochi passi da Fontana di Trevi e affacciato su via del Tritone, il Teatro de’ Servi, venne inaugurato il 26 aprile 1957 da una Compagnia diretta da Eduardo de Filippo, con la prima assoluta di “De Pretore Vincenzo”. La regia era dello stesso Eduardo, scene di Titina de Filippo e musiche di Renzo Rossellini. Interpreti principali Achille Millo e Valeria Moricone, al suo debutto teatrale.

Fino alla fine degli anni Settanta il Teatro de’ Servi fu un punto di riferimento per i frequentatori di teatro a Roma.
Negli anni Ottanta, con le nuove normative sulla sicurezza nei luoghi di pubblico spettacolo, iniziò un periodo difficile come per molte sale teatrali di Roma: alla fine della stagione del 1983 il teatro venne chiuso per un anno per permettere importanti lavori di adeguamento.
Il teatro riaprì nel 1984, con una capienza totale di 252 posti, ma solo fino al 1988 anno in cui torna a chiudere le sue porte, al fine di eseguire altri onerosi lavori di adeguamento alle norme. Dopo un anno di lavori, all’inizio del 1990, la sala riprende finalmente la sua attività.

Orario spettacoli che classe

da Martedì a Venerdì: ore 21
Sabato: ore 17.30 e ore 21 – Domenica: ore 17.30

Orario biglietteria

da Mar a Sab dalle ore 10 alle 20
Dom dalle ore 15 alle 17.30 – Lun chiuso

Indirizzo

Teatro de’ Servi – gestione La Bilancia Produzioni
Via del Mortaro 22 (ang. Via del Tritone), Roma
tel. 06 6795130

Fabio Pompei

Fabio Pompei

Ingegnere informatico, dottore di ricerca (Ph.D.) in Ingegneria elettronica e giornalista. Ha iniziato la sua carriera in azienda nel settore bancario, attualmente è responsabile in una azienda di telecomunicazioni. Docente in corsi di laurea (ingegneria) in università pubbliche e private, è autore di pubblicazioni scientifiche nel settore delle telecomunicazioni. Ha ricoperto negli ultimi anni incarichi pubblici, occupandosi, in particolare, di Politiche economiche, finanziarie, innovazione tecnologica e semplificazione amministrativa.