Civitavecchia: porto mercantile dell’Impero Romano

Viaggio alla scoperta della terra mercantile e portuale di Roma

Civitavecchia (l’antica Centumcellae, dal litorale scoglioso e ricco di insenature) corrisponde all’antica terra mercantile e portuale dell’Impero Romano sotto Traiano. Precisamente nel 106 d.C. l’imperatore, incaricò l’architetto Apollodoro di Damasco, di costruire un porto imperiale più grande, con lo scopo di dotare Roma di attrezzature portuali secondarie rispetto a quelle già ampliate, dallo stesso imperatore, alla foce del Tevere.

Centumcellae conobbe così il periodo di massimo splendore in età imperiale, periodo in cui la città venne occupata dai Bizantini, per poi passare al controllo dei papi. Dopo l’occupazione saracena, che distrusse completamente la città, i superstiti costruirono un piccolo borgo nei boschi della Tolfa, per poi ricostruirla nel corso della dominazione francese. I papi riacquistarono poi il potere sul territorio, fino alla seconda guerra mondiale, dove Civitavecchia pagò la sua posizione di porto strategico a un’ora da Roma, subendo 76 bombardamenti che la rasero al suolo. L’8 marzo 1999, con la medaglia d’oro al Valor Civile, Civitavecchia riacquistò molto valore, considerata la “città strategicamente fondamentale per il suo porto sul Mediterraneo, dove la popolazione, col ritorno della pace, affrontava con fierezza la difficile opera di ricostruzione”.

Nonostante i bombardamenti, il centro storico resta ricco di luoghi di interesse apprezzate dai turisti. La cattedrale di San Francesco d’Assisi è la principale chiesa di Civitavecchia, nel centro storico della città. Si affaccia sulla Piazza Vittorio Emanuele II. All’interno vi è conservata la statua di Santa Fermina, patrona di Civitavecchia, protagonista di una ricorrenza il 28 Aprile, che prevede una processione in costume ed il trasporto della statua stessa all’antico faro della città.

Il porto antico della città, nonostante le modifiche apportate nel corso dei secoli e i bombardamenti del 1943, rappresenta un’importante opera architettonica, dove all’interno vi è custodito il Forte di Michelangelo, una fortezza che protegge il porto di Civitavecchia, eretta sotto il pontificato di Paolo III. Una tradizione locale priva di riscontri vorrebbe che il torrione principale della fortezza, sia stato progettato da Michelangelo Buonarroti, da cui il nome dell’intera opera.

Civitavecchia ha anche un lato esoterico poco conosciuto. Molte sono le leggende e i misteri che ruotano attorno a Piazza Leandra, la più antica piazza della città, intorno alla quale si sviluppa il caratteristico borgo medioevale. Si contraddistingue per la fontana e la Chiesa della Stella, una delle più antiche della città. La piazza deve il suo nome ad un’antica leggenda che ha come protagonista un vecchio marinaio di nome Leandro. Si narra, infatti, che dopo l’invasione saracena la popolazione della nuova città di Leopoli (nel bosco della Tolfa) si sarebbe riunita in aperta campagna all’ombra di una grande quercia, per decidere se fare ritorno al mare e rifondare la vecchia Centumcellae o rimanere sulla collina del nuovo abitato. La leggenda vuole che proprio nel momento in cui la maggioranza degli abitanti si era dichiarata contraria al ritorno, sarebbe intervenuto un vecchio uomo di mare di nome Leandro. Il suo eloquio sarebbe stato così convincente che riuscì a cambiare l’esito della votazione convincendo l’assemblea a votare all’unanimità per il ritorno alla vecchia città, ribattezzata in seguito Civitas Vetula, Civitavecchia. Sempre da questa leggenda deriva anche l’interpretazione dello stemma cittadino, un’antica quercia con incise le lettere O.C., per via dell’ottimo consiglio fornito dal marinaio Leandro agli abitanti. Si ritiene che le lettere O.C. che campeggiano nell’insegna araldica di Civitavecchia, non stiano ad indicare l’ottimo consiglio di Leandro, bensì le iniziali del motto romano ordo centumcellensis in onore delle origini romane di Civitavecchia.

Infine a Civitavecchia è anche presente il sito archeologico delle Terme Taurine, che sorge a circa 5 km dal centro. Conosciute anche come Terme di Traiano, sono uno dei più importanti complessi termali di età romana di tutta l’Etruria meridionale. Il nome proviene dalla descrizione delle terme nel diario di viaggio del poeta Rutilio Claudio Namaziano, il quale narra di una leggenda secondo cui un toro avrebbe raspato la terra prima di iniziare una lotta, e così sarebbe scaturita la sorgente di acqua calda sulfurea dalle proprietà benefiche. In realtà, leggenda a parte, è molto probabile che il nome Terme Taurine provenga direttamente dall’antico laghetto di Aquae Tauri, dal quale la sorgente sgorgava. Diversi studi archeologici ipotizzano che l’area del complesso, si identificasse con la villa dell’imperatore. La zona termale fu notevolmente frequentata durante tutta l’età imperiale fino alla decadenza dell’impero. Durante la guerra tra Goti e Bizantini il complesso venne abbandonato del tutto; solo alla metà del secolo scorso furono avviati dei progetti per restaurare le terme che purtroppo non furono mai portati a compimento. Oggi nel parco archeologico l’acqua non sgorga più, ancora attive sono però le vicine Vasche Termali della Ficoncella.

 

 

Articolo di Daniele Morali

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Redazione Nèa Polis

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