Der Park : ricordando Botho Strauss

Der Park : ricordando Botho Strauss

Der Park : ricordando Botho Strauss

Der Park : ricordando Botho StraussIl 2 dicembre del 1944 nasceva Botho Strauss, grande drammaturgo e scrittore tedesco che del teatro fa un modus pensandi più che vivendi; ogni aspetto della vita, della società in cui egli vive lo esprimeva, lo pensava e lo pensa con il teatro e attraverso il teatro.Der Park è esempio calzante del pensiero di un artista sulla sua contemporaneità che è anche la nostra, una contemporaneità che si ripete nei suoi atti e significati a distanza di anni.

 

Der Park : ricordando Botho StraussLa genesi di Der Park ha inizio negli anni ’80 grazie all’idea di  Peter Stein che inziò a scavare nella mente del suo caro amico Strauss, il quale piano piano diede corpo all’opera scrivendone la storia. Il primo spettacolo, andato in scena nell’83, divenne subito simbolo di quello che nella Germania dei primi anni ’80 e nel resto del mondo accadeva.

 

 

Il teatro è luogo di riflessioni che accoglie i dubbi, le ambiguità del reale, le storie degli uomini, luogo dove il possibile e l’impossibile si incontrano, rappresenta la lente di ingrandimento che ci permette di  comprenderci e comprendere ciò che fuori e dentro di noi accade.Raccontarci e raccontare spiazzando lo spettatore attraverso il riso o il pianto toccandoci nel profondo è quello che il grande teatro riesce a fare quando gli si viene data la possibilità di portare in scena i propri lavori.

Der Park : ricordando Botho StraussPeter Stein, Botho Strauss, Shakespeare insieme ci presentano un’allegoria dei nostri giorni a distanza di secoli e anni e ci riescono grazie anche alla peculiarità di Shakespeare ossia quella di interrogarsi sul genere umano, su tutti gli aspetti dell’uomo, sulla società sempre in movimento facendo così diventare le sue opere universali racconti dell’umanità. Botho Strauss e Peter Stein, uniti dagli anni ’70 nella scrittura e nella regia teatrale di opere storiche, lavorarono insieme all’interno di quella fucina di idee che divenne il collettivo denominato la Schaubühne in cui artisti del calibro di; Bruno Ganz, Utte Lemper, Edith Clever – si autogestivano nell’esercizio teatrale.

Un’opera corale che ci narra, attraverso una pluralità di visuali che seguono il punto di vista dell’autore, una società persa nel quotidiano fare che si è allontanata dalla sacralità della vita, dagli affetti e che ha perso il legame con l’arte e la storia. Il palcoscenico diviene palcoscenico della vita in cui si rincorrono situazioni, eventi, persone. I personaggi si aggirano in un parco che a tratti  nasconde – tra i suoi cespugli – sporcizia, abitazioni e che diviene ritrovo di una generazione persa alla ricerca di se stessa. Il divino nelle vesti di Titania e Oberon, crollati come angeli caduti dal cielo con l’intento di far ritrovare agli uomini la capacità di amare e la possibilità di riconnettersi con il loro io, saranno preda l’una delle passioni carnali e l’altro perderà i suoi poteri annullandosi tra le mille facce che popolano la realtà. La magia si fa beffe dei personaggi attraverso un Puk artista che utilizza le sue sculture per mischiare le carte in tavola e far crollare in un sogno, un incubo ogni personaggio che al suo risveglio sarà più confuso di prima e scorderà anche quest’ultimo avvenimento della sua vita.

Una rappresentazione che torna a calcare le scene dei teatri italiani ancora oggi grazie ad un testo così forte e moderno, ad artisti come Peter Stein, grande regista teatrale e a città come Roma che attraverso i suoi teatri cerca di tenere alta la bandiera della cultura.

Der Park : ricordando Botho Strauss

«Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni», scriveva Shakespeare nella Tempesta e aggiungendo che «la nostra piccola vita è cinta di sonno» da cui però dobbiamo destarci e seguire il monito di Strauss e ritrovare noi stessi, distinguere la Cultura dalla cultura di massa, dare all’arte i giusti mezzi per esprimersi perchè arte è vita.

 

 

 

Silvia Petrella

Silvia Petrella

Silvia Petrella

Appassionata di arte. Laureata in lettere, con indirizzo cultura teatrale, presso l'università Aldo Moro di Bari e naturalizzata romana, dove sta proseguendo gli studi presso il DAMS con indirizzo cinema, televisione e produzione multimediale, collabora con più riviste scrivendo di cinema e teatro. Porta avanti un percorso nello yoga che è diventato una filosofia di vita all'insegna dell'equilibrio tra la mente e il corpo. "Mens sana in corpore sano"