Il giardino di Ninfa: un’immersione nel verde

Alla scoperta del giardino di Ninfa, un monumento naturale della Repubblica Italiana

Classificabile come un giardino all’inglese, contrariamente alla Villa D’Este esempio di giardino con una struttura mediterranea. Il giardino di Ninfa si situa sotto un castello importante, il castello Caetani di Sermoneta.

Questo tipo di giardini danno un ampio spazio all’acqua in cui é lasciata scorrere secondo il suo corso naturale senza artifici. Alle rovine neoclassiche si sostituiscono le rovine medievali. La Flora é ricca e variegata (1300 specie vegetali), per gli appassionati abbiamo una lista di alcuni componenti presenti nel giardino: magnolie decidue, betulle, iris, palustri, aceri giapponesi, ciliegi, meli, viburni, caprifogli, ceanothus, agrifogli, clematidi, cornioli, camelie, rose rampicanti, avocado, gunnera, bambù e cipressi. Esteso circa 106 ettari ricade nel Comune di Cisterna di Latina e presenta al suo interno un Sito di Importanza Comunitaria. Il Monumento Naturale comprende il Giardino storico ricco di piante esotiche, e non solo, il lago e il fiume Ninfa e un lembo di palude pontina ricostituita.

Un po’ di storia: essendo questo posto ricco, se partiamo dalle origini vediamo che il nome della città, Ninfa, risale alla antica presenza di un tempietto romano dedicato alle Ninfe Naiadi, divinità protettrici di tutte le acque dolci della terra. Ed è proprio l’acqua l’elemento chiave di questo luogo: il fiume, il lago, i canali artificiali, la vicinanza del mare e le frequenti piogge hanno consentito l’instaurarsi di un clima molto favorevole, decisamente umido.

A partire dal VIII l’Imperatore Costantino V Copronimo concesse a Papa Zaccaria questo fertile luogo, il quale faceva parte di un più vasto territorio chiamato Campagna e Marittima quindi da quel momento entrò a far parte dell’amministrazione pontificia. Al tempo contava solo pochi abitanti, ma aveva un ruolo strategico grazie alla presenza della Via Pedemontana: trovandosi ai piedi dei Monti Lepini, era l’unico collegamento alle porte di Roma che conduceva al sud quando la Via Appia era ricoperta dalle paludi. Dopo l’XI secolo Ninfa assunse il ruolo di città e fra le varie famiglie che la governarono ricordiamo i Conti Tuscolo, legati alla Roma pontificia, i Frangipani, sotto i quali fiorì l’architettura cittadina e crebbe la considerazione economica e politica di Ninfa  infatti nel 1159 il cardinale Rolando Bandinelli fu incoronato pontefice Alessandro III nella Chiesa di Santa Maria Maggiore. Nel 1294 salì al soglio pontificio Benedetto Caetani, Papa Bonifacio VIII, figura potente e ambiziosa, che nel 1298 aiutò suo nipote Pietro II Caetani ad acquistare Ninfa ed altre città limitrofe, segnando l’inizio della presenza dei Caetani nel territorio pontino e lepino, presenza che sarebbe durante per sette secoli. Pietro II Caetani ampliò il castello della città, aggiungendo la cortina muraria con i quattro fortini e innalzando la torre, già presente, a 32 metri, e realizzò il palazzo baronale. Tra i vari rami dei Caetani non correva buon sangue: nel 1382 Ninfa fu saccheggiata e distrutta proprio da un altro Caetani, che di nome faceva Onorato, ed era un nemico giurato dei parenti che possedevano il giardino. Hortus conclusus voluto nel XVI secolo sui territori di famiglia da Nicolò III Caetani, cardinale con il pallino della botanica che vi realizzò il «giardino delle sue delizie» con qualche bizzarria. Caratterizzato inizialmente da un agrumeto, vasche con cigni e corsi d’acqua popolati da trote africane, alla sua morte il giardino fu abbandonato. Il rischio malaria poi, in un’area palustre, scoraggiò i successivi tentativi di ripristinare il parco. Fino all’Ottocento, quando il fascino delle rovine attirò viaggiatori e intellettuali. Lo storico tedesco Ferdinand Gregorovius lo definì «la Pompei del Medioevo», descrivendolo come un luogo spettrale, magico e incancellabile dalla memoria. È allora che i Caetani lo recuperano dandogli un tocco anglosassone e romantico. Ultima rappresentante della famiglia é stata Lelia mentre ora la fondazione Caetani ha preso le redini del giardino.
Nel 2000 é stato dichiarato Monumento Naturale.

 

Articolo di Daniele Morali

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Redazione Nèa Polis

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