Fedele alla linea – Il giornalismo grafico militante di Gianluca Costantini

Fedele alla linea – Il giornalismo grafico militante di Gianluca Costantini

Fedele alla linea – Il giornalismo grafico militante di Gianluca Costantini

Ci sono giornalisti e giornalisti. C’è chi afferma l’assoluta superiorità della carta stampata e chi si lancia sul web, adattando forma e contenuto ai nuovi media. Tra la nutrita schiera dei cronisti italiani, c’è anche chi si occupa un filone qui ancora piuttosto sconosciuto: il giornalismo grafico, di cui uno degli esponenti più attivi, prolifici e interessanti è il ravennate Gianluca Costantini, penna (e matita) di Internazionale e Le Monde Diplomatique.

“Fedele alla linea” – pubblicato da Beccogiallo Edizioni lo scorso 14 settembre – è una raccolta dei pezzi che Costantini ha scritto e disegnato nel corso degli anni, affiancando il suo sguardo alla penna di tanti e validi colleghi esperti di politica internazionale. Dalla tragedia dei flussi migratori verso l’Europa, alla crescita della dittatura in Turchia – dove il blog di Costantini è stato oscurato per i suoi contenuti sgraditi al regime di Erdogan – il libro è un sunto di quanto è accaduto e continua ad accadere nel mondo.

Raccogliendo le sue storie in un libro, Costantini sottrae l’articolo alla sua natura effimera e al giogo dell’attualità. La cronaca di resistenza, tanto cara all’autore, diventa così letteratura disegnata in cui tratto, colore e testo convergono in messaggi efficaci, sintetici, lapidari.

Così come sottolinea Luigi Spinola nell’introduzione, il linguaggio che Costantini sceglie porta con sé una grande forza comunicativa, specialmente in un periodo – come quello attuale –  in cui la rapida scorsa delle pagine raccoglie “solo il 20 per cento delle informazioni che gli vengono offerte dalla lettura, percentuale che balza all’80 per cento se le stesse informazioni arrivano attraverso le immagini”.

A metà tra la codificazione della scrittura e il verismo fotografico, il disegno è il mezzo che probabilmente meglio riesce a racchiudere in sé le due anime del giornalismo, traccia fedele e interpretazione della realtà. L’informazione in “Fedele alla linea” passa così attraverso il colpo d’occhio del lettore, che riesce in pochi istanti a orientarsi nell’evento raccontato. Dopo il primo impatto, tuttavia, persiste la necessità di elaborazione, per cui si ricorre all’insostituibile apparato testuale.

Da un punto di vista stilistico, risulta notevole la capacità sintetica di Costantini, in grado di dare vita a vere e proprie icone: tra tutti, il ritratto di Erdogan rosso sangue o quello di Mohammed Ali trafitto, come un San Sebastiano dell’età contemporanea.

Pagina dopo pagina, Costantini adatta l’immagine al contenuto, e dà vita a una serie di tavole fortemente concentrate, in cui ogni tratto diventa portatore non solo della storia raccontata, ma di tutto il retroscena culturale che ne è alla base. Un mondo di simboli e colori, azioni e fotografie di una società contraddittoria e violenta sono al centro dello sguardo dell’autore di questo libro complesso, impegnativo. Non certo una lettura di intrattenimento, ma – forse proprio per questo – una lettura necessaria, uno dei rari esempi di arte militante, in un mercato editoriale talmente concentrato sulla dimensione intima, da trascurare l’aspirazione umana al grande, al totale, al diverso da sé.

Francesca Torre

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Redazione Nèa Polis

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