Giornata mondiale del rifugiato a teatro

Giornata mondiale del rifugiato a teatro

Storie, parole, volti che si raccontano indossando una maschera per dire la verità sono protagonisti dello spettacolo di Magda MercataliL’Approdo” andato in scena al Teatro Belli di Roma.

Lo spettacolo è il risultato di un laboratorio interculturale inscritto nel progetto FEI “Mosaico Mediterraneo. Un mare, tre continenti” e che ha mollato gli ormeggi a gennaio per iniziare un viaggio assieme ad alcuni studenti migranti che al teatro sono approdati per far sentire la propria voce.

l'Approdo giornata mondiale del rifugiato

Magda Mercatali, Rosalba Caramoni supportate dai volontari di FOCUS-Casa dei Diritti, un’associazione laica che dalla fine degli anni ’80 si occupa di accompagnare e aiutare i gruppi umani più deboli nel loro percorso volto a vedere riconosciuti i propri diritti come individui, assieme ai giovani studenti migranti della scuola di italiano dell’associazione ci hanno trasportato nel loro mondo e nei loro mondi.

Mali, Egitto, Moldavia, Etiopia, Colombia, Ghana, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Pakistan, Tunisia, Ucraina mondi difficili, vite difficili di uomini e donne pronte a camminare per kilometri, ad attraversare mari, a rischiare la morte per vivere una vita libera e piena.

Il teatro ha accolto nel suo porto le loro storie, diviene l’approdo di una lunga fuga, un rifugio, una seconda casa priva di giudizi che diviene luogo di scambio culturale.

Nell’opera della Mercatali la realtà si unisce alla finzione, la vita al teatro.

L’incipit dello spettacolo spiazza lo spettatore che seduto tra le poltrone, in attesa di ascoltare la lettura di alcune poesie annunciata dalla regista entrata in scena, verrà travolto dall’arrivo di una folla di migranti in fuga dalla polizia e alla ricerca di un rifugio. Tra le contestazioni di attori-spettatori che tra il pubblico si animano e gli rivolgono parole d’odio che sono specchio della realtà così come ci viene raccontata dai media, il teatro e suoi addetti decidono di accogliere i migranti che ad uno ad uno si presenteranno e cercheranno di farsi accettare e far crollare gli insensati pregiudizi. Decisi ad aiutare i ragazzi verranno coinvolti nella rappresentazione e saranno loro a confondersi tra gli attori per sviare la polizia che entrata nel teatro li troverà presi nella lettura di alcune poesie di Edgar Lee Masters. Le letture lasceranno spazio ai racconti di vita dei ragazzi che attraverso le poesie, le canzoni dei loro paesi presenteranno un mondo altro e riusciranno a conquistare le orecchie, il cuore di coloro che poco prima gli aveva scacciati ed insultati.

giornata mondiale del rifugiato

Non è un caso che le poesie lette siano tratte dall’Antologia di Spoon River, del poeta statunitense Edgar Lee Masters, una raccolta uscita nei primi anni del novecento e di cui in Italia fu proibita la lettura a causa dei temi trattati legati alla guerra, al capitalismo e alle forti critiche nei confronti della società; del suo convenzionalismo e conformismo di pensiero.

Il teatro diviene specchio della realtà, ci presenta le contraddizioni del mondo in cui viviamo, ci pone davanti non solo parole ma persone che realmente hanno affrontato quello che di sfuggita ci viene raccontatao dai giornali, dalla televisione e son lì dinnanzi a noi con la loro gioia, il coraggio, la forza e la speranza che gli muove.
«Gramsci vedeva nel teatro una “funzione culturale e morale” ed il Laboratorio vuole significare proprio questo attraverso il suo messaggio interculturale.», queste le parole della regista poiché conoscenza e cultura sono sinonimo di libertà; libertà della mente, dello spirito e del corpo poiché possono renderci consapevoli di chi siamo, di quello che vogliamo e di quello che ci circonda. Diventano strumenti che ci aiutano a trovare il nostro posto nel mondo.  Apprendere dagli altri e donare agli altri le conoscenze che si possiedono della propria cultura, con in più l’obiettivo di migliorare le condizioni e di facilitare l’inserimento di uno o più individui all’interno di uno specifico contesto territoriale, è un’azione importante che riguarda il rispetto della vita e il concetto di libertà.

 

L’approdo
di Magda Mercatali
con Adama (Mali), Beshoy (Egitto), Dolna (Moldavia), Elizabeth (Etiopia), Karim (Burkina Faso), Jacques (Costa d’Avorio), Jamal (Pakistan), Khouloud (Tunisia), Lidya (Ucraina), Marvin (Colombia), Mamadou (Mali), Mamadou (Mali), Senait (Etiopia), Stephen (Ghana)
aiutoregia: Rosalba Caramoni
assistente: Emiliano Modelli
coordinatrice: Serena Graziosi
suono: Davide Cocccia
luci: Giulia Amato
fotodiscena: Graziano Lucia
costumi: Sartoria Farani

 

Silvia Petrella

Silvia Petrella

Silvia Petrella

Appassionata di arte. Laureata in lettere, con indirizzo cultura teatrale, presso l'università Aldo Moro di Bari e naturalizzata romana, dove sta proseguendo gli studi presso il DAMS con indirizzo cinema, televisione e produzione multimediale, collabora con più riviste scrivendo di cinema e teatro. Porta avanti un percorso nello yoga che è diventato una filosofia di vita all'insegna dell'equilibrio tra la mente e il corpo. "Mens sana in corpore sano"