“Ho adottato mio fratello” al Teatro de Servi

“Ho adottato mio fratello” al Teatro de Servi

In scena al Teatro de’ Servi fino al 5 novembre, “Ho adottato mio fratello”, un quadro ironico e dissacrante, secondo gli autori, dei difetti dell’Italia di oggi, pigra e litigiosa.

LA TRAMA
Sbarcare il lunario in modo semplice, poco faticoso e possibilmente senza lavorare? Facile! Affittare la camera rimasta vuota dopo la morte dei genitori nella ex casa di mamma e papà. E’ questa l’idea che innesca la trama di “Ho Adottato Mio Fratello”.

Si prefigura così il ritratto di Francesco e Bruno, interpretati da Mirko Cannella e Nicolò Innocenzi. Sono due fratelli che, come il bianco e il nero, in comune hanno solo lo stesso cognome. Sono costretti a convivere nell’appartamento ereditato dai genitori, che è fonte di dissapori ma rappresenta anche una delle poche sicurezza a cui ancorarsi, soprattutto quando si hanno difficoltà economiche. E proprio l’ingresso nell’appartamento di Rosario e Nicola – Michele Iovane e Jey Libertino – due “folkloristici” ragazzi del sud d’Italia in cerca di una camera in affitto, provoca una reazione a catena di spunti comici e surreali. I due infatti devono accettare la strana richiesta di Bruno: fingersi del nord Italia per fare contento il fratello Francesco, il quale non sopporta i “terroni”.

La già difficile convivenza tra i fratelli diventa allora una burrascosa navigazione a quattro su un fragile guscio che rischia ad ogni momento di naufragare: ci si muove tra brillanti colpi di scena verso un rassicurante lieto fine, ma forse agli spettatori resterà un po’ di amaro in bocca a indicare che la commedia ha saputo davvero cogliere nel segno.
LA COMPAGNIA
Una commedia divertente dal ritmo incalzante, firmata e portata in scena da una giovane compagnia che comunque dimostra sul palco carisma e disinvoltura, trattando con leggerezza al limite della irriverenza anche tematiche drammatiche e molto attuali: si va dallo smarrimento dovuto alla perdita prematura dei genitori, al gioco d’azzardo, alla crisi economica. E su tutto aleggiano i pregiudizi. le frasi fatte, la banalità contrabbandata per saggezza.
IL TEATRO
L’edificio che ospita il Teatro dei Servi è stato costruito, nel 1950, nel grande orto e giardino del convento adiacente alla parrocchia della chiesa di Santa Maria in Via.
Situato nel centro storico di Roma a pochi passi da Fontana di Trevi e affacciato su via del Tritone, il Teatro de’ Servi, venne inaugurato il 26 aprile 1957 da una Compagnia diretta da Eduardo de Filippo, con la prima assoluta di “De Pretore Vincenzo”. La regia era dello stesso Eduardo, scene di Titina de Filippo e musiche di Renzo Rossellini. Interpreti principali Achille Millo e Valeria Moricone, al suo debutto teatrale. Dopo la prima, intervenne il Vicariato che impose la censura di questo spettacolo, tra grandi polemiche cittadine, e il teatro, nuovo di zecca, restò chiuso per alcuni mesi.

Negli anni successivi, la censura del vicariato si fece sempre meno pressante, e il teatro poté ospitare attori italiani quali Maria Letizia Celli, Carlo Tamberlani, Antonio Crast, Giusi Raspani Dandolo, Mario Siletti, Aldo Giuffè, Walter Maestosi, Silvio Spaccesi, Fiorenzo Fiorentini, Jole Fierro, Giovanna Scotto, Laura Gianoli; attori stranieri Robert Alda, Eva Bartok, Judith Evelion, John Scott, Bernard Fox, John Stacy, Maureen Gavin; registi quali Mario Landi, Carlo Di Stefano, Giovanni Calendoli, Renzo Giacchieri, Luciano Lucignani; direttori d’orchestra quali Massimo Pradella, Giuseppe Morelli, Walter Cataldi-Tassoni, Renzo Rossellini; cantanti lirici quali Giuseppe Sabatini, Bruno Beccaria, Pietro Spagnoli, Maria Prosperi, Katia Ricciarelli; compagnie e gruppi musicali quali Massimo Coen e “I Solisti Romani”, La Società del Quartetto, Eduardo Bennato, Compagnia Teatrale Italiana, Compagnia Italiana di Prosa, The English Players, The Pay Guild, The New York Company, The Momix, Compagnia Aldo Giuffrè e Jole Fierro, Compagnia Fiorenzo Fiorentini, Music Theatre International.

Fino alla fine degli anni Settanta il Teatro de’ Servi fu un punto di riferimento per i frequentatori di teatro a Roma.
Negli anni Ottanta, con le nuove normative sulla sicurezza nei luoghi di pubblico spettacolo, iniziò un periodo difficile come per molte sale teatrali di Roma: alla fine della stagione del 1983 il teatro venne chiuso per un anno per permettere importanti lavori di adeguamento.
Il teatro riaprì nel 1984, con una capienza totale di 252 posti, ma solo fino al 1988 anno in cui torna a chiudere le sue porte, al fine di eseguire altri onerosi lavori di adeguamento alle norme. Dopo un anno di lavori, all’inizio del 1990, la sala riprende finalmente la sua attività.

Fabio Pompei

Fabio Pompei

Ingegnere informatico, dottore di ricerca (Ph.D.) in Ingegneria elettronica e giornalista. Ha iniziato la sua carriera in azienda nel settore bancario, attualmente è responsabile in una azienda di telecomunicazioni. Docente in corsi di laurea (ingegneria) in università pubbliche e private, è autore di pubblicazioni scientifiche nel settore delle telecomunicazioni. Ha ricoperto negli ultimi anni incarichi pubblici, occupandosi, in particolare, di Politiche economiche, finanziarie, innovazione tecnologica e semplificazione amministrativa.