Il desiderio di essere come tutti e l’effimera ricerca di un posto nel mondo…

Il desiderio di essere come tutti e l’effimera ricerca di un posto nel mondo…
Piccolo
Francesco Piccolo

“Il desiderio di essere come tutti” di Francesco Piccolo, vincitore del Premio Strega 2014, ha il pregio di andare ad occupare un vuoto nell’analisi della società italiana degli ultimi quarant’anni. Infatti, l’Autore racconta con delicatezza la sua storia personale in parallelo agli accadimenti più importanti della cronaca dagli anni Settanta ad oggi. Non a caso l’opera si divide in due parti: la vita pura (Io e Berlinguer), la vita impura (Io e Berlusconi). Pian piano, vediamo crescere con il protagonista anche le istituzioni come le conosciamo noi oggi, con gli attori politici attuali, e ci rendiamo conto come ogni grande passo condiziona e ha condizionato la vita di Francesco, così come succede ed è successo ad ognuno di noi.

Quella del protagonista è la parabola di molti italiani disillusi. Diventato comunista quasi per caso (da una partita di calcio Germania Ovest vs Germania Est), Piccolo vive tutta la fase del grande fervore politico degli anni ’70 con la consapevolezza di frequentare gli ambienti giusti, ma allo stesso tempo con la sensazione di non essere completamente a suo agio. Di qui la storia d’amore fallimentare con Elena, troppo impegnata nella lotta al sistema per potersi occupare anche dei sentimenti. Poi la grande speranza nel compromesso storico e la descrizione certosina della vicenda Moro che pone fine al progetto e di fatto apre la crisi del PCI e della sinistra italiana, la quale aveva preferito l’etica della responsabilità a quella dei principi e voleva entrare a tutti i costi nel Governo. Certo, qui l’Autore poco si sofferma su come proprio il cambio di rotta della sinistra parlamentare ha contribuito ala nascita del terrorismo dei gruppi extra parlamentari.

Con un alone di nostalgia si chiude la prima metà del libro, dedicata agli anni di Berlinguer e alla giovinezza del protagonista, sospeso tra il desiderio di trovare il proprio posto nel mondo (come TUTTI) e allo stesso tempo il ripudio di molti aspetti di quel mondo che lo attendeva. Si apre con slancio la seconda parte, quella degli ultimi vent’anni della storia italiana e della maturità dello scrittore. Sono gli anni di Berlusconi, ma anche gli anni del Governo Prodi, descritto come una parentesi che avrebbe potuto cambiare le sorti della nazione. Se tutto ciò non è successo, è colpa solo e soltanto delle scelte scellerate di Bertinotti e di una sinistra salottiera che si è chiusa dentro il suo alone di purezza, di rifiuto del mondo fino a diventare addirittura reazionaria.

Una sinistra che chiude le porte alla possibilità di capire gran parte dell’elettorato: non più etica di responsabilità, bensì etica di principi. Troppo facile per un leader come Berlusconi.

E questa parabola la segue anche Piccolo: trova il suo posto nel mondo iniziando a fare dello scrivere il suo mestiere; trova l’amore solido e duraturo; trova piacere in ciò che non rientra nei ticket di purezza della sinistra salottiera ed inizia a vivere tutto questo senza particolari sensi di colpa.

Anzi, possiamo dire che si erge a critico di un’intera generazione di classe dirigente, quella incapace di frenare l’arrestata dei populismi di Forza Italia e Lega Nord, e vive ancora di più la sua eterna contraddizione.

Azzeccato il riferimento a Tomàs, il protagonista de “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera. Tomàs trova il suo posto nel mondo allontanandosi da tutto, dal potere e da chi lo combatte, rimanendo enormemente più deluso da questi ultimi, dai mezzi da loro usati e dalle idee portate avanti.

Un libro che mette ordine su tante sensazioni vaghe che molti di noi hanno vissuto negli ultimi anni seguendo le vicende storiche italiane. Si mettono in fila pensieri comuni nelle nuove generazioni, totalmente distaccate dal mondo politico e disinteressate alle scelte prese. Tutto questo è ovviamente frutto di un processo iniziato almeno trent’anni fa e che sta arrivando alle massime conseguenze: se almeno prima c’era l’idea che lottare per la felicità di tutti potesse condizionare il raggiungimento della propria felicità personale, ora c’è la consapevolezza che solo la propria effimera felicità personale è il segreto per avere il proprio posto nel mondo. Già, ma in quale mondo?

Libro

Elio Tomassetti        

Elio Tomassetti

Elio Tomassetti

Direttore della testata e giornalista dal 2010, dopo la laurea in Giurisprudenza mi sono sempre occupato di comunicazione soprattutto nei settori socio-culturali. Contatto: eliotomassetti1988@gmail.com