Istruzioni Uso Mostre (IUM!) – Edward Hopper al Vittoriano

Istruzioni Uso Mostre (IUM!) – Edward Hopper al Vittoriano

Istruzioni Uso Mostre (IUM!) – Edward Hopper al Vittoriano

Predisposizione prima dell’assunzione:tutto quello che volevo fare era dipingere il sole che batte sul muro di una casa” lui diceva. E voi è questo che dovrete cercare di fare: un attimo semplice ed intimo, la sensazione del tepore, il sole candido ed accecante sul muro di una casa, siete quasi assorti, incantati.

Modalità di somministrazione: durante la settimana, in tarda mattinata. Se sarà bel tempo ci sarà un’assonanza luminosa, se sarà brutto tempo la luce la troverete qui alla mostra. Lavorate? Ma quale migliore scusa per prendervi un permesso tutto per voi, in totale silenzio e solitudine. Godimento suino.

Indicazioni terapeutiche: assolutamente indicata per caciaroni compulsivi, qui si ritrova la calma e la speranza. I sociopatici invece si troveranno a casa loro: l’intimismo è spinto al massimo.

Edward Hopper VittorianoDa consumarsi entro: 12 febbraio 2017.

Luogo di somministrazione: Complesso del Vittoriano ala Brasini, Via di San Pietro in Carcere, Roma.

Contenuto della mostra: circa 60 capolavori ed una sezione dedicata all’influenza di Hopper sul grande cinema. Dagli italiani Dario Argento e Michelangelo Antonioni, dal grande Hitchcock al criptico David Linch senza tralasciare il cinema d’autore di Wim Wenders e dei fratelli Cohen.

Prinicipio Attivo: luce, intimità, speranza.South carolina morning, Edward Hopper Vittoriano

E’ importante sapere che: il grande Hopper (in tutti i sensi, era alto quasi due metri!) dopo la sua parentesi giovanile a Parigi, di cui la mostra ci offre delle visioni, si stabilisce definitivamente nei suoi Stati Uniti che percorrerà, in lungo ed in largo, in lunghissimi viaggi in automobile. Percorsi nei quali aveva accanto Josephine Nivison, sua moglie, con cui ebbe un rapporto turbolento fatto anche di liti violente e lunghi silenzi imposti dal pittore. Ma i due furono inseparabili, fino all’ultimo. Negli sconfinati spazi della provincia americana, Hopper trasse parecchi spunti da applicare alla sua arte di raccontare il suo tempo. Nella permanenza a New York le esitazioni, i sussulti di un ceto medio in espansione. Nel New England la possibilità di dare libero sfogo a due suoi imprimatur: la luce del sole e i muri bianchi.

Avvertenze e precauzioni: mettetevi a giusta distanza e non perdetevi queste perle. In New York Interior mostra la capacità di rappresentare l’intimità spiata dalle finestre della middle class newyorkese di metà secolo scorso. Assieme a Summer Interior si percepisce una delle particolarità di Hopper, quello “spiare discreto” che ci restituisce il turbine emotivo dei soggetti: attesa, aspettative, delusioni, solitudine. In Soir Blue una visione distonica, quasi dissacrante, un tipo di immagine che David Linch (vedi ad es. alla voce scena del teatro in “Mulholland Drive”) usò spesso come simbolismo nei suoi film. In Study for Office at night l’odore del sesso imminente è molto forte mentre in South Carolina Morning l’attesa è ancora presente nella desolata, enorme periferia americana. Non potete andarvene senza avere odorato (si, avete letto bene, odorato) Secondo Piano al Sole dì dove la luce del sole riflessa da  un muro bianco è, a dir poco abbagliante. Avvicinatevi al quadro e odorate, potreste sentire il profumo della salsedine.

Effetti indesiderati: incomunicabilità.

Notare bene: l’opera di Hopper porta al ricordo storico di innumerevoli elementi della vita quotidiana, così da ritrovare all’interno del bookshop della mostra affascinanti gioielli déco, cappelli a tesa larga delle donne borghesi e nostalgiche immagini di composizione cinematografica, magistralmente dipinte a mano sui gioielli di arte povera. Dunque la coesistenza di due elementi dissimili: l’umano e il naturale, come nei quadri di Hopper.

Colorate e iconiche inoltre le immagini dal rimando popolare: scatole della Coca Cola, di pop corn e bon bon e dell’Harley Davidson, immagini di Marilyn Monroe e di James Deen. Non mancano i fantastici modellini di latta del boom economico americano, con biciclette, sidecar e carretti di gelato, ma anche pompe di benzina.

Il bookshop di Arthemisia Group rappresenta un pot-pourri di ridondanze temporali che lascia il visitatore piacevolmente affascinato da questo tuffo nel passato.

 

 

Cristian Compagnoni

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