La befana vien di notte, ma la befana chi è?

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La befana vien di notte, ma la befana chi è?

La befana vien di notte/ con le scarpe tutte rotte” sono i primi due versi di una filastrocca di cui abbiamo ormai dimenticato l’origine, uno di quei retaggi popolari che si tramandano di bocca in bocca e di generazione in generazione, subendo distorsioni, tagli, modifiche.

Ci sono tante versioni diverse dei versi successivi: talvolta la befana ha “il vestito alla romana” il che la ricondurrebbe al territorio laziale in cui la tradizione è profondamente radicata; talaltra “attraversa tutti i tetti/ porta bambole e confetti”, in una versione diffusa in Toscana. Una filastrocca polimorfica che sembra quasi imitare da vicino le vicende della sua padrona: la Befana. Ma la Befana chi è?

la befana vien di notte, ma chi è la befana?

La vecchina che porta i doni ai bambini buoni e carbone ai monelli lasciandoli nelle calze la notte del 6 gennaio ha una storia strana e accidentata, che comincia più lontano di quanto potremmo immaginare.
Come gran parte delle feste che celebriamo in epoca contemporanea anche quella della Befana ha radici antichissime, rintracciate negli antichi riti connessi con il particolare periodo dell’anno. L’inverno che è la stagione del riposo della terra e prelude alla rinascita è spesso legato, in tutte le culture, a celebrazioni e riti che propizino la fertilità e un buon raccolto. I romani credevano che durante i dodici giorni che separano il Solstizio d’inverno dalla festa del Sol Invictus, delle donne volassero sopra i campi, spesso identificate con delle dee come Diana o Abundia, dea dell’abbondanza. Si trattava di figure benevole che però, con l’affermarmi del cristianesimo e la condanna del mondo pagano, vennero demonizzate e quindi trasformate in streghe, a cavallo di una scopa volante.
Creature demoniache e notturne, compagne del Diavolo, sarebbero le antenate della Befana.

Progressivamente con il tipico assorbimento delle feste pagane da parte della religione cristiana la vecchietta venne riabilitata, ingentilita, resa una figura rassicurante, pur mantenendo un aspetto deforme. Nel corso del XII secolo cominciò a circolare anche una leggenda che coinvolgeva la Befana e i re Magi, dovuta alla sovrapposizione tra l’Epifania, cioè la Manifestazione del Bambin Gesù al mondo, e l’arrivo della vecchia che proprio da una distorsione del greco Epifania venne detta Befana o Befania. La leggenda racconta che i re Magi durante il loro viaggio per raggiungere il neonato Redentore si fermarono presso un’anziana signora per chiederle indicazioni; ella non volle uscire di casa per aiutarli e accompagnarli lungo il percorso ma, pentitasi, uscì con un cesto pieno di dolci con l’intento di porre rimedio alla sua mancanza. Non riuscendo più a trovare i suoi ospiti, decise di girare di casa in casa lasciando ai bambini che vi trovava i dolci, nella speranza di riuscire così a  incontrare in qualche modo Gesù. Camminando ella avrebbe consumato molto le calze e per questo i bambini  glie le lasciano a disposizione.

Divinità della terra, poi strega e infine vecchietta dalle scarpe rotte e dai calzini bucati, figura che popola l’immaginario popolare e dà vita alle feste più varie.

A Subiaco, in provincia di Roma, ormai da diversi anni, complice la realtà sportiva sorta grazie alla presenza del fiume, la Befana non scende per i tetti ma arriva in Canoa, davanti agli occhi stupiti dei bambini presso il ponte di San Francesco.

A Verona e così in molte città del nord Italia si brucia un enorme pupazzo, riscoprendo in quest’atto la tradizione dell’anno che si chiude e concludendosi muore. A Urbania, invece, la Befana pare aver trovato casa e tale è l’attaccamento dei cittadini alla tradizione che essi oltre a proclamare la loro Festa Nazionale della Befana di Urbania stanno cercando con continui appelli e petizioni di renderla internazionale. Intanto Urbania continua a racimolare record: si va dalla calza più lunga cucita interamente a mano fino alla scopa più alta – ben 25 metri – completamente in legno, arrivando al maggior numero di befane che festeggiano l’evento.

La befana vien di notte
Calza da record a Urbania nel 2014

Ma la Befana ha subito un’ultima trasformazione ed è sbarcata anche su internet con un sito ufficiale sul quale è possibile leggere le filastrocche e scrivere una letterarina.

Sara Fabrizi

 

 

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Sara Fabrizi

Sara Fabrizi

Classe '92, laureata in Filologia Moderna all'Università di Roma "La Sapienza", redattrice per NéaPolis e Tutored. Gestisco due blog "Parole in viaggio" dedicato all'arte e ai luoghi d'Italia e "Storie dal cassetto", raccolta di racconti brevi soprattutto a carattere psicologico. Un mio racconto "Il battesimo del fuoco" è stato selezionato e pubblicato nell'antologia "I racconti di Cultora. Centro-sud" seconda edizione per Historica edizioni nel 2015. Sono membro fondatore dell'associazione "La parola che non muore" e responsabile dell'ufficio stampa per il Festival omonimo a Civita di Bagnoregio, inaugurato nel 2015.