Lanuvio, terra di Giunone Sospita

Alla scoperta di Lanuvio e della sua meravigliosa storia

Lanuvio si trova a 33 chilometri da Roma, sui Colli Albani. Fa parte dei Castelli Romani.

La fondazione sarebbe avvenuta grazie o a Diomede, un compagno di Enea, o per l’eroe eponimo Lanuvio.

Città molto conosciuta nell’antichità, deve la sua fortuna al Santuario di Giunone Sospita. Questo edificio era su più terrazzamenti sulla collina di San Lorenzo e vede diverse fasi di costruzione.

La dea viene raffigurata come armata, con la pelle di capra sulle spalle che si lega tra i seni, le scarpe sono a punta, ai suoi piedi è presente una serpe. Giunone accompagna e protegge le donne soprattutto durante l’età fertile e ha anche un carattere agrario, animale e umano. Non a caso la sua festività ricorreva durante le calende, giorno di nuova nascita della luna, nel mese di febbraio.

Al serpente ogni anno venivano offerte delle focacce da fanciulle vergini. Venivano portate in un bosco e bendate. Era un rito propiziatorio per i raccolti. Se il rettile non avesse mangiato, allora voleva dire che la giovane non era pura. Per questo motivo andava punita. Se il serpente divorava la focaccia, allora si sarebbe avuto un buon raccolto.

Quello che rimane oggi di questo imponente santuario è un bellissimo portico che si trova sul secondo terrazzamento.

La storia di Lanuvio è legata a personalità che emersero per le loro qualità fin dall’epoca antica. In età repubblicana il commediografo Luscio Lanuvino, l’attore Q. Roscio e soprattutto Lucio Licinio Murena, che fu console nel 62 a.C. e si occupò di restaurare il santuario di Giunone.

Qui nacquero anche due famosi imperatori: Antonino Pio e Commodo, che furono particolarmente generosi con la loro città natale.

Quando il cristianesimo divenne religione ufficiale, i riti pagani vennero poi soppressi. Quello che era stato un centro florido e ricco di vita conobbe una crisi. La rinascita avvenne nell’XI secolo grazie ai monaci bienedettini e il suo nome cambiò in Civita Novina. Agli inizi del XV secolo l’intera zona fu proprietà della famiglia Colonna fino a quando non decisero di vendere l’intero paese, inseme ad Ardea, a Giuliano Sforza Cesarini. Nel XVIII secolo rischio di essere rasa al suolo dalle truppe francesi che volevano vendicare la morte di alcuni loro compagni uccisi qui. Ciò fortunatamente non avvenne grazie all’intervento di Teresa Dionigi e Marianna Candidi Dionigi. Quest’ultima fu una donna coltissima, ricca di passioni. Artista, studiosa di antichità e scrittrice, visse in una villa che si trova vicino al centro di Lanuvio.

Il paese mantenne il nome di Civita Lavinia fino al 15 ottobre del 1915, quando si restituì l’antico nome di Lanuvio. Durante la Seconda Guerra Mondiale ci furono molti danni a causa di bombardamenti aerei. Del periodo medievale ancora oggi si possono ammirare la torre e il suo caratteristico borgo.

Nel 2012 un’operazione denominata “Giunone” è stata condotta in località Pantanacci dal Gruppo Tutela del Patrimonio Archeologico, reparto della Guardia di Finanza. Dopo due mesi di indagini con sofisticati sistemi, è stato fermato uno scavo clandestino e ciò ha permesso la scoperta di una grande quantità di materiale votivo.

I reperti ritrovati sono degli ex-voto, cioè delle rappresentazioni di una parte del copro (che può essere sia interna che esterna) offerta alla divinità per chiederne la guarigione o per ringraziare di una già avvenuta. Servivano anche per chiedere la protezione della fertilità sia maschile che femminile.

Un’altra grande scoperta è stata il ritrovamento di sei elementi in peperino con incise delle squame. Dovevano far parte di una grande statua alta tre metri che rappresentava il famoso serpente descritto dalle fonti antiche. L’antro non è mai stato localizzato con certezza e al riguardo ci sono diverse interpretazioni. Con queste recenti scoperte si fa strada un’altra ipotesi: quella che vede proprio Pantanacci come antro del serpente.

Il museo della cittadina ha una caratteristica molto particolare: è un museo diffuso. Sono presenti diversi luoghi che ospitano i reperti e la sua storia. La sede principale si trova al primo piano del Palazzo Comunale. Sono presenti diverse sezioni: quella pre-romana, romana, epigrafica, degli strumenti legati alla vita quotidiana e medievale. Sono raccolte anche una serie di fotografie che mostrano i cambiamenti del paese.

Il secondo polo è dedicato a Pantanacci e sono esposti i votivi con l’inedito ritrovamento dei cavi orali.

Da poco è stato inaugurato anche il terzo: il museo del castello di Civita Lavinia e il carcere di Stendhal. Il tutto con pannelli didattici che spiegano la storia della torre, le armi che venivano utilizzate, le pene di detenzione e reperti di epoca medievale provenienti dal territorio. Questo è un luogo della cittadinanza, messo a disposizione della collettività, con funzione educativa.

A Lanuvio si può percepire la fierezza, l’orgoglio della cittadinanza che punta a far conoscere la propria storia, le proprie origini.

 

 

Articolo di Daniele Morali

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Redazione Nèa Polis

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