L’Unità Femminile d’Italia in scena sul palco del Teatro di Villa Torlonia

L’Unità Femminile d’Italia in scena sul palco del Teatro di Villa Torlonia

 

Lo spettacolo L’Unità Femminile d’Italia, in scena giovedì 13 Luglio alle ore 20.00 al Teatro di Villa Torlonia, è un momento di riflessione sull’importanza del concetto di Unità del nostro Paese e di Risorgimento, riscoperti nell’ottica di valorizzare il ruolo delle donne, spesso taciuto o dimenticato dalla storia ufficiale. Donne che senza mai rinunciare alla propria femminilità, hanno lottato e contribuito a costruire l’identità nazionale e che con coraggio e patriottismo hanno affrontato anche la morte, restando, nella maggior parte dei casi, sconosciute o senza alcun riconoscimento ufficiale. È proprio nell’Ottocento infatti che le donne, a prescindere dal ceto sociale, hanno iniziato a ritagliarsi spazi pubblici, a combattere per la libertà collettiva e per la loro emancipazione come cittadine della nuova Italia.

Lo spettacolo curato dalle associazioni Le Pleiadi e AEMDanzaballi dell’800 nato da un’idea di Rita Mazzeo, con il testo di Donatella Nicolosi, le coreografie di Anna Mastrangelo e la regia di Andrea Voltolina, consentirà di riscoprire la storia dell’800 attraverso la musica e la danza. A fare da filo conduttore alcune importanti protagoniste di quell’epoca che rivivranno sul palcoscenico per offrire al pubblico non solo la visione del periodo storico ma anche per riportare alla luce risvolti personali ed emozioni del proprio vissuto. Il tutto allietato da originali danze ottocentesche, romanze d’epoca e canti popolari.

 

TEATRO DI VILLA TORLONIA

Via Lazzaro Spallanzani, 1a – Roma

Tel. 06.4404768 – 060608

www.teatrodivillatorlonia.it   info@teatrodivillatorlonia.it

 

Ingresso 5€ con prenotazione obbligatoria allo 060608

 

La Villa

La villa, dal XVII secolo fino a metà del XVIII, era di proprietà della famiglia Pamphilj che la utilizzò come tenuta agricola, similmente ad altre che si trovavano nella stessa zona. La famiglia Colonna acquistò la proprietà intorno al 1760, mantenendone la natura di terreno agricolo.

La costruzione della villa ebbe inizio nel 1806 su progetto dell’architetto Giuseppe Valadier per il banchiere Giovanni Raimondo Torlonia che aveva comprato la tenuta dai Colonna nel 1797 e venne terminata per il figlio Alessandro. Valadier trasformò due edifici preesistenti (l’edificio padronale e il casino Abbati) in un Palazzo e nell’odierno Casino dei Principi, costruì le Scuderie e un ingresso, oggi non più presente.

L’architetto risistemò il parco, creando viali simmetrici e perpendicolari alla cui intersezione è posto il palazzo. Contemporaneamente la villa venne abbellita con sculture d’arte classica comprate appositamente.

Nel 1832 Alessandro Torlonia, succeduto al defunto padre Giovanni, incaricò Giovan Battista Caretti di continuare i lavori sulla villa. I particolari gusti del principe determinarono la costruzione di un Tempio di Saturno, dei Falsi Ruderi e della Tribuna con Fontana, oltre che del Caffe-House, della Cappella di Sant’Alessandro e dell’Anfiteatro, ora non più esistenti.

Collaborarono alla progettazione della villa Giuseppe Jappelli, che si occupò della sistemazione della parte meridionale e vi realizzò la Capanna Svizzera e la Serra Moresca, e Quintiliano Raimondi, che operò sul Teatro e sull’Aranciera, oggi Limonaia.
Nella zona sud, differentemente da quella settentrionale, caratterizzata da un gusto neoclassico, vennero creati laghetti, viali a serpentina e nuovi edifici: la Capanna Svizzera, la Serra, la Torre, la Grotta Moresca e il Campo da Tornei.

Il successore, Giovanni, oltre a trasformare la Capanna Svizzera nell’attuale Casina delle Civette, fece edificare un nuovo muro di cinta, il Villino Medievale e il Villino Rosso.

Nel 1919 venne scoperto, nei sotterranei della Villa, un cimitero ebraico.
Negli anni venti, Giovanni Torlonia Junior concesse la residenza ufficiale a Benito Mussolini, che pagava un affitto annuale simbolico di una lira. Mussolini e il principe Torlonia costruirono un rifugio contro i bombardamenti nelle catacombe ebraiche del terzo e del quarto secolo poste sotto la villa.

Nel periodo successivo alla guerra, la villa venne abbandonata attraversando un periodo di decadenza, fino a quando, nel 1978, venne acquistata dal Comune di Roma e trasformata in parco pubblico.

Fabio Pompei

Fabio Pompei

Ingegnere informatico, dottore di ricerca (Ph.D.) in Ingegneria elettronica e giornalista. Ha iniziato la sua carriera in azienda nel settore bancario, attualmente è responsabile in una azienda di telecomunicazioni. Docente in corsi di laurea (ingegneria) in università pubbliche e private, è autore di pubblicazioni scientifiche nel settore delle telecomunicazioni. Ha ricoperto negli ultimi anni incarichi pubblici, occupandosi, in particolare, di Politiche economiche, finanziarie, innovazione tecnologica e semplificazione amministrativa.