Museo Nazionale degli Strumenti Musicali: un viaggio nella storia della musica

Museo Nazionale degli Strumenti Musicali: un viaggio nella storia della musica

Museo Nazionale degli Strumenti Musicali: un viaggio nella storia della musica

Nel cuore del quartiere San Giovanni, più precisamente in Piazza Santa Croce in Gerusalemme,  sorge la Palazzina Samoggia che ospita il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali, uno dei quarantatré musei di competenza del Polo Museale del Lazio.

Gran parte degli strumenti conservati nel Museo è costituita dalla vastissima collezione privata del tenore Gennaro Evangelista Gorga, più noto col nome di Evan Gorga (1865-1957). Gorga ebbe una sfavillante e breve  carriera di appena quattro anni, durante i quali solcò importanti palcoscenici e rivestì ruoli di gran prestigio come quello di Rodolfo nella prima assoluta della Bohème di Puccini nel 1896. All’apice della sua notorietà si ritirò misteriosamente dalle scene per dedicarsi completamente, per l’appunto, al collezionismo. Collezionò di tutto, ma particolare cura ed interesse era riservata agli strumenti musicali: la raccolta ad essa dedicata infatti, fu l’unica a non essere venduta in un momento di difficoltà economica. Soltanto nel 1949 lo Stato Italiano acquistò gli strumenti che, dopo varie vicissitudini e spostamenti, trovarono nel 1964 una collocazione fissa nella suddetta Palazzina “Samoggia”, ex-caserma “Principe di Piemonte”.  Le sale del Museo sono ben diciassette, ognuna delle quali ha un “tema”. Troviamo, ad esempio, le prime due sale occupate da strumenti archeologici come rudimentali fischietti di terracotta, sistri da percussione ed una copia di un Aes thermarum, gong bronzeo che veniva suonato per avvertire i clienti della chiusura delle terme in epoca romana; oppure la terza sezione dedicata agli strumenti “extraeuropei” come lo shamisen a corde giapponese ed il kanun, cetra araba a 78 corde famosa per essere spesso citata nelle fiabe delle Mille e una notte. Interessante è anche la sesta sala, quella riservata alla “musica in cammino”: vengono dunque esposti quegli strumenti utilizzati dai musicanti di strada nell’ambito di processioni, serenate e spettacoli come un cembalo pieghevole e un’arpa eolia, le cui corde venivano fatte vibrare al vento.

Museo Nazionale degli Strumenti Musicali: un viaggio nella storia della musica

Fra i pezzi che meritano senza dubbio di essere visti c’è un esemplare di pianoforte datato 1722 della sala X realizzato dal padovano Bartolomeo Cristofori, inventore dello strumento e cembalaro di corte presso il principe Ferdinando de’ Medici; oppure l’arpa della sala XIV costruita per la famiglia Barberini e rappresentata anche nella tela di Giovanni Lanfranco, Allegoria della musica, nella quale viene suonata da una fanciulla che è molto probabilmente Venere.

Altra particolarità del museo è la riproduzione, allestita al secondo piano, del salotto-studio del compositore e musicista Giovanni Sgambati (1841-1914), un tempo collocato in Piazza di Spagna. Il salotto di Sgambati fu per decenni un importante luogo di ritrovo per intellettuali ed artisti, da Richard Wagner a Gabriele D’Annunzio, senza contare che proprio in questa sede nacque la Scuola Romana di Pianoforte di cui fu capostipite Franz Liszt.

Ad un prezzo decisamente esiguo (5 euro con la riduzione a 2,50 per insegnanti e ragazzi dai 18 ai 25 anni) è possibile dunque fare un tour nella storia degli strumenti musicali, assistere alla loro evoluzione strutturale e funzionale e scoprirne alcuni mai visti né lontanamente immaginati.

Una mostra permanente consigliatissima, naturalmente, ai musicisti e a tutti coloro che si considerano cultori della seconda arte ma anche a chi è interessato alla visita di un museo dai caratteri assolutamente unici.

Eliana Scala

Elio Tomassetti

Elio Tomassetti

Direttore della testata e giornalista dal 2010, dopo la laurea in Giurisprudenza mi sono sempre occupato di comunicazione soprattutto nei settori socio-culturali. Contatto: eliotomassetti1988@gmail.com