Palazzo Braschi cambia pelle con SERPENTIform

Palazzo Braschi cambia pelle con SERPENTIform

Palazzo Braschi cambia pelle con SERPENTIform

Aggiornamento importante (6 aprile 2016): l’esposizione è stata prolungata fino all’8 maggio

Dal 10 marzo al 10 aprile 2016 Zètema cultura, in collaborazione con Maison Bulgari espone a Palazzo Braschi – Museo di Roma la divertente storia di un simbolo che ha accompagnato l’uomo fin dai primi passi verso la civiltà.

Palazzo Braschi cambia pelle con SERPENTIformPotrebbe essere definita una mostra-pilota, un azzardo ben riuscito. Unire diverse forme artistiche partendo da un oggetto che, dagli anni Quaranta, accompagna numerose creazioni di una nota casa di moda: il serpente.

Maison Bulgari non si tira indietro quando si parla di arte e di collaborazione. Serpentiform nasce da questo particolare connubio. Jean-Christophe Babin, amministratore delegato dell’ azienda, parla di questo ultimo progetto, preceduto dal rifacimento dei mosaici di Caracalla e della scalinata di Trinità dei Monti, che vede coinvolto l’ingresso di Palazzo Braschi. Una nuova illuminazione, ideata da Luca Bigazzi. A questo viene unito un nuovo modo di esporre arte.

E dato che, il fulcro dell’interna mostra è Bulgari, partiamo dalle origini: Sotirios Voulgaris, produttore di oggetti di argento, parte dall’Epiro per cercare fortuna in Italia. Nella mitologia greca il serpente è da sempre presente. Venerato da tutti, la sua uccisione era considerata un vero sacrilegio. Sarà la dea Atena a consegnare ad Asceplio, dio dell’arte medica rappresentato con il bastone avvolto dal serpente, la fiala contenente il sangue della Gorgone Medusa, che darà al Dio i poteri velenosi della morte nel sangue che scorre nella parte sinistra del suo corpo e i poteri della vita nel sangue che scorre nella parte destra.

Palazzo Braschi cambia pelle con SERPENTIformCon un manichino dalla testa di gorgone, piena di serpenti , si apre la mostra Serpentiform. La maestosità del costume di Stefano Nicolao e Shizuko Omachi, per la rappresentazione del Nabucco di Giuseppe Verdi ci fa entrare in un sogno, in un viaggio fantastico. Artisti che hanno trovato nel simbolo del serpente quella forza vitale, quella spinta mutevole e creativa, che solo un animale così affascinante può donare. All’insegna del colore Joana Vasconcelos, artista parigina, ci rappresenta il serpente nella sua forma più grottesca, simpatica. Unisce il lavoro all’uncinetto, definito come un linguaggio femminile universale, a lavorazioni e materiali di tipo industriale, giocando su colori intensi e vitali.

Palazzo Braschi cambia pelle con SERPENTIformPerfino Mirò è attratto dallo strisciante serpente: come potrebbe non adattarsi ai suoi quadri, composti da tondi e linee sfuggevoli? Come non essere d’accordo con Niki de Saint Phalle che, ritrovatasi accidentalmente davanti un serpente, si è sentita pervadere da una danza, che lei stessa non ha saputo definire, citando due opposti: la danza della morte e la danza della vita. Le sue acqueforti sono lo studio meditato delle creazioni. Uno splendido specchio con cornice in legno a forma di serpente, intarsiato con vetri di murano e vetro specchiato, riflette l’immagine dello spettatore sul gigante serpente giallo a pois e sulle opere di Keith Haring, che con la sua arte alternativa trasforma il serpente in un “rettile da fumetto”.

In questa sala sono poste due sedie ed un tavolo. Su di esso il libro “Serpenti in Art”, un progetto editoriale di Bulgari che va a completare i contenuti della mostra con opere di tutti i generi, partendo dall’Ottocento e arrivando ai nostri giorni.

Entrando sempre più nel vivo della mostra si viene rapiti dalla bellezza delle armille che provengono dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Pompei narra la sua storia anche attraverso dei favolosi gioielli raffiguranti serpenti in oro.

Palazzo Braschi cambia pelle con SERPENTIformCalder fa ridere con il suo “chat serpent”, ma Collishaw ci riporta nel mondo degli istinti primordiali, delle brame con una cornice nera baroccheggiante al cui interno è stato posizionato uno schermo dai contenuti tutti da scoprire.

E si cambia registro con i meravigliosi abiti indossati da Elizabeth Taylor nel film Cleopatra. Come non rendere omaggio all’essere fulcro di questa mostra dedicando l’ultima sala alla fotografia e alla zoologia. Due pareti, l’una di fronte all’altra, con foto di serpenti coloratissimi, opere d’arte che solo MadreTerra può creare. Di fronte numerose fotografie provenienti dal mondo del cinema, dell’arte e della moda con il serpente sempre protagonista.

Ma arriviamo alla sala d’eccellenza: il cuore della mostra. Qui il serpente diviene sensuale ed elegante. Scalpita il fervido istinto femminile, ammirando questi splendidi gioielli in oro e pietre preziose, che possono aggrovigliarsi sinuosi al collo o al braccio di qualsiasi dama. La bellezza della lavorazione, la minuzia dei particolari rendono ogni Serpente di Bulgari un’opera d’arte da ammirare. Muta adattandosi alle mode, crea e fa moda cambiando pelle. Si tramuta e si trasforma fino ad arrivare ad essere il sogno, più o meno proibito, di molte. Come non rimanere a bocca aperta davanti alle ultime creazioni, due collane presentate proprio in questa occasione: il “Serpente Dragone”, un lucente mix di diamanti e smeraldi e la creazione “Snakewood” in oro rosa e diamanti.

Eccolo il serpente tentatore, che si insinua strisciando nei pensieri femminili e si attorciglia intorno al corpo, per poi elevarsi, diventando arte. Eccolo il serpente che tentò Eva nel giardino dell’Eden e che, in un certo qual senso, ci ha concesso il dono del libero arbitrio, di essere uomini.


Sivia Grillo

Elio Tomassetti

Elio Tomassetti

Direttore della testata e giornalista dal 2010, dopo la laurea in Giurisprudenza mi sono sempre occupato di comunicazione soprattutto nei settori socio-culturali. Contatto: eliotomassetti1988@gmail.com