Riapre il “Tullianum”: scendiamo nelle profondità e nei segreti delle carceri dell’antica Roma…

Riapre il “Tullianum”: scendiamo nelle profondità e nei segreti delle carceri dell’antica Roma…

Il “Tullianum” riapre al pubblico, e con sé porta tutto il carico di mistero e storia che solo un luogo così unico può trasmettere. Con il progetto Roma Nascosta, su richiesta, sarà possibile organizzare un visita guidata unica nel suo genere (per INFO e CONTATTI cliccate qui).

Ma andiamo con ordine.

Tullianum : Section of the Prison where Death Sentences were carried out
Dalla sezione di vede come, all’ambiente sottostante si accedeva tramite una botola ed era di fatto impossibile scappare.

Il Tullianum, sito al di sotto dell’attuale Chiesa di San Pietro in Carcere, era il luogo di detenzione che fin dal VII secolo a.C. i Romani usavano per chi commetteva reati contro lo Stato e per prigionieri politici illustri (tra i tanti, qui furono rinchiusi Vercingetorige Re dei Galli nel 46 a.C. e Giugurta Re della Numidia nel 104 a.C.). La struttura consta di due grandi ambienti circolari scavati sotterraneamente nell’area del Foro, alle pendici del Campidoglio, utilizzando blocchi di peperino. Quando Anco Marzio decise di creare questo carcere, l’area aveva già un forte valore simbolico, in quanto era presente una enorme fontana costruita per una fonte (tullus) considerata sacra.

Di fatto, per circa mille anni, il Tullianum fu luogo di detenzione prima di essere cristianizzato e diventare, in età paleocristiana, luogo di culto. L’agiografia cristiana vuole che qui fosse imprigionato San Pietro il quale, entrando per la prima volta nel terribile ambiente, cadde sbattendo la testa su una pietra lasciandovi sopra la propria impronta (la pietra, ora, è protetta da una grata). Effettivamente, al di là della difficoltà nello stabilire con certezza se San Pietro vi fu effettivamente trattenuto, fin da subito i cristiani convertono il carcere in loro luogo di culto e lo intitolano al primo Papa della storia. Ad oggi, non a caso, sopra i resti del Tullianum, possiamo ammirare la Chiesa di San Pietro in Carcere edificata nella sua conformazione attuale tra il XVI ed il XVII secolo per volere della Congregazione dei Falegnami.

La Chiesa di San Pietro in Carcere
La Chiesa di San Pietro in Carcere.

Storia, mito e leggenda si fondono in un ambiente meraviglioso, parte integrante dei Fori che da oggi possono mostrare al pubblico un pezzo in più del loro splendore (leggete le info sul sito del MIBACT cliccando qui).

In realtà, della Roma antica non si hanno altre testimonianze di luoghi di detenzione all’interno della città. Ovviamente, però, il Tullianum non poteva essere l’unico carcere in una società in cui la gestione della giustizia e delle controversie e centrale. Vi erano infatti tantissime Basiliche dove si celebravano i processi: non solo ai Fori, ma anche al Campo Marzio. Inoltre, da documenti risalenti al III secolo d.C. abbiamo notizia dei commentarienses, un vero e proprio corpo di polizia penitenziaria che non poteva essere giustificato solo per l’attuale Mamertino.

Come dicevamo, dopo anni di accurati scavi archeologici, è ora possibile scendere nelle profondità di questo luogo sinistro e misterioso, descritto nel De Coniuratione Catilinae da Sallustio Crispo come “ripugnante e spaventoso, per lo stato di abbandono, l’oscurità e il puzzo.” Insomma, essere detenuti ai tempi degli antichi Romani non doveva proprio essere il massimo…

Non incontrerete, ovviamente, sporcizia, cattivi odori e abbandono, ma conoscerete aneddoti e segreti di un pezzo importante della nostra storia…

Elio Tomassetti

Elio Tomassetti

Elio Tomassetti

Direttore della testata e giornalista dal 2010, dopo la laurea in Giurisprudenza mi sono sempre occupato di comunicazione soprattutto nei settori socio-culturali. Contatto: eliotomassetti1988@gmail.com