Roseto comunale di Roma, simbolo della nascita della città

Roseto comunale di Roma, simbolo della nascita della città


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Roseto Comunale di Roma, simbolo della nascita della città

C’è un evento tra gli altri, a Roma, che annuncia la rinascita primaverile e la lega ai natali della città:
il 21 aprile, infatti, oltre alla possibilità di ritrovarsi davanti un senatore togato romano assieme a delle vestali, sull’Aventino viene aperto il giardino dei romani, il Roseto comunale. I fiori del Roseto sembrano quasi simboleggiare, così, la nascita della città di Roma.

Una donna amante delle rose

In origine, in realtà, qui sorse per diversi secoli il cimitero ebraico di cui restano alcune tracce nella zona oggi adibita al Concorso Premio Roma per le nuove varietà di Rose e che venne spostato al Verano nel 1934: fino a quell’anno il Roseto comunale era meglio noto come “Ortaccio degli ebrei“.roseto comunale di Roma
L’idea di istituire un luogo di vero e proprio culto delle rose fu, però, di una donna americana, Mary Gayley, sposata con il conte Senni e follemente innamorata della botanica e del giardinaggio.

Il primo tentativo di Mary avvenne nel 1924 ma fu un vero e proprio “buco nell’acqua” a causa della miopia e della grettezza dell’allora Regio commissario il quale, ricevendo le rose donate da questa pioniera del verde romano, pensò bene di farle piantumare sul Pincio, luogo di ritrovo e di bivacco oltre che degli amorazzi clandestini dei soldati e delle servette. Marry non gradì particolarmente questo trattamento per le sue “nobili” rose e pretese che le venissero restituite o che, in alternativa, fossero bruciate.
Una donna tutta di un pezzo Mary Gayley.

Il secondo tentativo fu quello vincente, almeno per un certo periodo: la donna, infatti, riuscì a conquistarsi la collaborazione del principe Francesco Boncompagni Ludovisi, chiamato a rivestire il ruolo di governatore. Le rose di Roma ebbero la loro prima casa sul colle Oppio a partire dal 1933.
Ma la storia ovviamente non fu clemente con questo luogo ameno, distrutto nel giro di pochi anni dalla barbarie dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Ed è a questo punto che il roseto trovò la sua destinazione definitiva dove sorge oggi, sull’Aventino, grazie alla concessione della comunità ebraica che acconsentì alla trasformazione dello storico cimitero. L’unica condizione posta fu che all’ingresso di entrambe le sezioni fossero collocate delle steli rappresentati le tavole delle Leggi di Mosè e che il giardino avesse la struttura del candelabro ebraico a sette bracci, la Menorah.

roseto comunale di Roma
Oggi il Roseto, con i suoi viali pergolati e la straordinaria collezione che raccoglie rose antiche, rose moderne e rose botaniche si offre a chiunque passi in Primavera e abbia voglia di immergersi nel regno della varietà floreale. Una passeggiata ancora più bella conoscendo le origini di questo luogo, fin dall’antichità intimamente legato alla natura, data la presenza di un tempio dedicato alla dea Flora: sarebbe dovuta arrivare un’americana nel XX secolo perchè Roma ritrovasse il suo grande giardino, consacrato alle rose.

 

Informazioni utili per la visita

Il Roseto Comunale di Roma è aperto tutti i giorni dalle 8.30 alle 19.30 nel periodo primaverile, dal 21 aprile al 14 giugno. Maggio, mese delle rose per eccellenza, è il periodo migliore per andare a vedere la fioritura all’apice. Unico giorno di chiusura dell’area al pubblico è il 16 maggio, poiché sono in corso i lavori del Premio Roma: dal 17 maggio le due aree gemelle sono aperte al pubblico senza alcuna limitazione.

 

Sara Fabrizi

Sara Fabrizi

Sara Fabrizi

Classe '92, laureata in Filologia Moderna all'Università di Roma "La Sapienza", redattrice per NéaPolis e Tutored. Gestisco due blog "Parole in viaggio" dedicato all'arte e ai luoghi d'Italia e "Storie dal cassetto", raccolta di racconti brevi soprattutto a carattere psicologico. Un mio racconto "Il battesimo del fuoco" è stato selezionato e pubblicato nell'antologia "I racconti di Cultora. Centro-sud" seconda edizione per Historica edizioni nel 2015. Sono membro fondatore dell'associazione "La parola che non muore" e responsabile dell'ufficio stampa per il Festival omonimo a Civita di Bagnoregio, inaugurato nel 2015.