Viaggio tra le più celebri fontanelle di Roma

Alla scoperta delle fontanelle rionali della Capitale

Se avete provato l’esperienza di camminare per il centro storico o anche per le viette meno frequentate, sotto il sole estivo, avrete benedetto quel nasone con la sua acqua corrente sempre fresca e disponibile: un semplice tubo metallico forato per bere o la variante con la testa di lupa, che si può vedere davanti alla metro di Colosseo.

Abbiamo poi le grandi fontane di Piazza di Spagna, le tre di Piazza Navona, compresa quella dei Fiumi, quelle nascoste in remoti cortili di palazzi privati, che scopriamo seguendo il suono delle acque che scorrono… Un interessante progetto è stato ideato da Edoardo Vianello e Frida Ismolli per realizzare e mettere a disposizione degli utenti della rete un vasto archivio di foto e registrazioni delle principali fontane, divise per rioni.

Oggi vi presento un gruppo particolare di fontane, ideate in serie durante l’epoca fascista: le Fontanelle Rionali.

Facciamo un salto indietro: è il 1926 quando il primo governatore di Roma, Filippo Cremonesi, commissiona all’architetto Pietro Lombardi la realizzazione di un gruppo di fontane, ispirate ai simboli e alle caratteristiche dei vari Rioni romani: qualcosa che rispecchiasse l’identità dei singoli Rioni ma allo stesso tempo si collocasse nel contesto più ampio della città. Da questo progetto nacquero dieci fontane, cui si aggiunge quella detta “delle Anfore“, sempre ad opera del Lombardi ma di qualche anno precedente. Una di esse, collocata a S. Lorenzo, venne distrutta durante un bombardamento della Seconda Guerra Mondiale, nel 1943.

Fontana delle Arti

fontana delle arti

Il tragitto comincia in Via Margutta, nel Rione Campo Marzio, nota per essere la via degli artisti. Proprio qui troviamo la nostra prima fontanella detta appunto delle Arti.

Elementi caratteristici che ci permettono di identificarla sono:

  • i due mascheroni da cui fuoriesce l’acqua, raffiguranti un volto triste e uno sereno, simboli della tragedia e della commedia e richiamanti, dunque, la nobile arte del teatro;
  • il secchiello contenente i pennelli, posto sulla sommità della fontana, a simboleggiare le arti figurative e in particolare la pittura;
  • i compassi, posti proprio sopra le vaschette che raccolgono le acque, ad indicare l’architettura.

Imboccando via del Corso e proseguendo fino a Piazza Venezia incontriamo la:

Fontana della Pigna

Il nostro percorso ci porta nel cuore della Roma celebrativa, lì dove sorge il monumentale altare della patria, il Roma e le acque: le fontanelle rionaliVittoriano.

Poco distante, resa forse ancor più anonima proprio dalla vicinanza con questo gigante di marmo, sorge una delle fontanelle rionali più trascurate:la piccola Fontana della Pigna, in Piazza S. Marco, proprio di fronte a Madama Lucrezia, la statua parlante di cui vi ho parlato in un precedente articolo. Il nome del Rione e della fontana stessa deriva dal rinvenimento di una gigantesca scultura a forma di pigna, chiamata comunemente Pignone, oggi collocata nell’omonima piazza nei Musei Vaticani. Tale statua in bronzo doveva forse ornare il Tempio di Iside in Campo Marzio.

Da qui prendiamo via degli Astalli, via del Plebiscito, e continuiamo per corso Vittorio Emanuele fino a giungere a via Monterone. Di qui è sufficiente proseguire su via dei Caprettari che ci conduce a Piazza S. Eustachio.

Roma e le acque: le fontanelle rionaliFontana dei Libri

Al centro vi è il simbolo del Rione, un cervo che si abbevera nella fontana, sormontato in orizzontale dal nome del Rione e in verticale dal numero di riferimento, errato poiché il Rione è il VI non il IV. Intorno troviamo quattro libri, simbolo della conoscenza, da cui fuoriescono dei segnalibri di pietra. Al di sopra della composizione vi sono le cinque palle, rimando allo stemma dei Medici: è un riferimento a papa Leone XI, che ebbe un ruolo di rilievo nella fondazione del palazzo della Sapienza.

Fontana delle Anfore

Ci dirigiamo poi, con molta pazienza, verso la Fontana delle Anfore, posta per un lungo periodo in piazza dell’Emporio, sul Lungotevere e oggi tornata alle origini.
La collocazione originaria giustifica il tema di fondo dell’opera: la fontana, infatti, si trovava in Piazza Mastro Giorgio, oggi Testaccio dal latino Testaceum cioè coccio. La zona del porto, in epoca romana, veniva utilizzata anche per liberarsi dei frammenti delle anfore, utilizzate come contenitori, che si rompevano piuttosto frequentemente. L’accumulo di questi detriti in una secca del fiume diede vita al Mons Testaceum, un vero e proprio monte artificiale, costituito da strati e strati di cocci, ancora oggi perfettamente conservati e visibili. La fontana si distingue nettamente dalle altre perché non fa parte della serie, ma deve comunque essere citata poiché proprio grazie ad essa Lombardi ottenne l’incarico.

Roma e le acque: le fontanelle rionali

 

Fontana del Timone

Proprio dall’altra parte del Tevere, lungo Ripa Grande, addossata all’edificio del complesso monumentale di San Michele, troviamo la Fontana del Timone. Il nome è evidentemente dovuto alla forma: essa infatti rappresenta il timone di una nave insieme alla barra e simboleggia l’attività principale della zona, legata al porto sottostante, presente finché non vennero costruiti gli argini, e al commercio.

Roma e le acque: le fontanelle rionali

Roma e le acque: le fontanelle rionaliFontana della Botte

Addentrandoci per le viette di Trastevere, superata Portaportese e presa via di S. Francesco a Ripa, arriviamo in via della Cisterna. Qui, proprio all’angolo con Piazza di San Calisto, c’è la Fontana della Botte. La sua motivazione è ben chiara: Trastevere era, ed è tutt’oggi, il quartiere in cui sorgono i ritrovi notturni quali le osterie. E quale simbolo migliore per rappresentarle se non una botticella? Ai due lati, adibite all’erogazione dell’acqua, due misure da un litro di vino mentre in basso troviamo un catino da mosto. Sembra quasi alludere, ironicamente, al miracolo dell’acqua trasformata in vino durante le nozze di Caana. Potremmo anche pensare che, dopo una lunga camminata, l’acqua è inebriante quanto un buon bicchiere di rosso.

Fontana delle Palle di Cannone

Dopo una sosta per ristorarci,ci avviamo verso via di Porta Castello. Qui troveremo una delle due fontane di Rione Borgo, quella delle Palle di Cannone. Si tratta di un tributo alla vicina fortezza di Castel Sant’Angelo, che in origine era il Mausoleo destinato ad accogliere le spoglie dell’imperatore Adriano, poi riconvertito a dimora papale, cui si accede mediante il Passetto. Sono rappresentate delle palle di cannone disposte a formare un triangolo sporgente dal muro. Da esse emerge un mascherone che getta acqua nel condotto sottostante, mentre altre due bocchette laterali la versano dentro delle vaschette.

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Roma e le acque: le fontanelle rionaliFontana delle Tiare

Se ci dirigiamo poi verso Piazza S. Pietro e superiamo via della Conciliazione per arrivare presso Porta Angelica troveremo una fontanella assediata dai turisti che attingono dalle sue acque. Questa è la Fontana delle Tiare, realizzata dall’architetto componendo artisticamente quelli che sono i simboli del potere papale: tre tiare, copricapo tipico del pontefice, sono sormontate da un’altra tiara e sostenute tutte da una serie di grosse chiavi, simbolo di San Pietro, primo vescovo di Roma e ideale predecessore del papa.

Fontana dei Monti

Il nostro giro si conclude a Rione Monti in via di S. Vito, dove troviamo la piccola, e ormai molto rovinata, fontana dei Monti. Come si può intuire dal nome quelli rappresentati sono i tre colli che erano compresi entro i confini del Rione: Celio, Esquilino e Palatino.

Roma e le acque: le fontanelle rionali

 

 

 

 

 

 

 

 

Articolo di Daniele Morali

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Redazione Nèa Polis

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