Visita a Palazzo Massimo: tra i capolavori dell’arte greca e romana

Visita a Palazzo Massimo: tra i capolavori dell’arte greca e romana

Appuntamento: Domenica 4 Marzo ore 15:00, a l.go Villa Peretti 2
Orario inizio: 16:00
Termine visita alle ore 17:30
N.B.—>Ore 15:20 ci si mette in fila per prendere il biglietto gratuito
Questo sito museale non consente di prenotare i gruppi, pertanto raccomandiamo la puntualità.
Nostro malgrado, chi arriverà in ritardo non potrà essere incluso nel gruppo per motivi organizzativi.
Si segnala che, nonostante la ns organizzazione, si potranno avere attese prima dell’ingresso a seconda dell’afflusso dei visitatori.
Costo della visita: 9€
Quota associativa (tessera valida fino al 31 dicembre 2018): 6€
Costo speciale per famiglie: gli UNDER 18: 3€ (comprensivo di quota associativa!!!)
Invalidi: 10€ (comprensivi della quota associativa)
Cuffie: 2€ l’una
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA: scrivendo una mail a info@romanascosta.net o mandando SMS o Whatsapp al numero 3801473193.

 

ALCUNE INFORMAZIONI

È innegabile che la nascita, la prosperità, la rovina e la definitiva caduta di ogni grande istituzione dipendano quasi del tutto dall’istruzione. Partendo da una simile consapevolezza, si può tracciare un soddisfacente profilo storico del Palazzo Massimo alle Terme, un luogo da tempo consacrato allo studio e alla protezione della cultura, specialmente quella classica.

Il sito divenne, nel 1879, proprietà del sacerdote gesuita Massimiliano Massimo che ereditò Villa Peretti, antica residenza di papa Sisto V che durante il suo breve pontificato realizzò importanti opere (il Belli lo chiamava “er papa tosto”), specialmente riguardo la rete idrica per portare l’acqua nella zona alta della città di Roma, dove gli abitanti, costretti a bere quella del Tevere, morivano di renella, una lieve calcolosi delle vie urinarie che se non curata (era pur sempre la fine del Cinquecento) può aggravarsi anche con serie conseguenze sull’organismo.

Dopo la conquista dello Stato Pontificio da parte dei Savoia nel 1870, ci furono numerose confische, fra le quali la sede del Collegio dei Gesuiti, ossia il convento di Sant’Ignazio, destinato a diventare il liceo Ennio Quirino Visconti, il primo ginnasio del nuovo Stato Unitario. Professori e studenti furono costretti a trasferirsi nel palazzo Borromeo finché non fu costituita la Pontificia Università Gregoriana e Massimiliano Massimo non mise a disposizione dell’ordine Villa Peretti per riformare una scuola che proseguisse l’operato del Collegio. L’edificazione del nuovo istituto fu commissionata al giovane architetto romano Camillo Pistrucci che già nei suoi lavori d’esordio dimostrava il raffinato linguaggio architettonico con il quale partecipò alla creazione del nuovo volto di Roma, proclamata capitale del Regno d’Italia il 21 gennaio del 1871.

L’istituto nominato in onore di Massimiliano Massimo, in vista dell’aumento della popolazione scolastica del 1960, dovette essere trasferito all’EUR, dove si trova ancora oggi. Il palazzo alle Terme rimase abbandonato fino al 1981, quando lo Stato Italiano lo acquistò per farne una delle quattro sedi del Museo nazionale romano e porvi gli uffici centrali della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma.

Nelle sue molte stanze si possono ammirare opere di arte greca come il Pugile a riposo o Il principe ellenistico, numerosi ritratti scultorei di età giulio-claudia, pregevoli mosaici, una rara riproduzione marmorea dell’Ermafrodito dormiente ritrovata nel 1879 all’interno di una nicchia murata in un edificio privato sotto il Teatro dell’Opera, statue di età traianea e flavia, preziosi sarcofaghi, reperti d’arte severiana e una ricca collezione numismatica.

Questa magnifica istituzione è nata nello studio; nella cura rivolta alla cultura ha trovato prosperità e ora rischia di attraversare la propria rovina divenendo una meta sempre più rara negli itinerari turistici. Vi invitiamo domenica 4 marzo ad ammirare la ricchezza conservata nel Palazzo Massimo, a carpire un segreto fra i molti o anche solo un indizio che dia vita alla curiosità, il cibo preferito delle opere immortali.

Ailo Baronti

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Redazione Nèa Polis

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