TEATRO E CINEMA RICORDANO IL MONELLO DI CHARLIE CHAPLIN

TEATRO E CINEMA RICORDANO IL MONELLO DI CHARLIE CHAPLIN

Il 6 febbraio del 1921 usciva nelle sale italiane Il Monello di Charlie Chaplin che a poco più di cent’anni dalla sua nascita ancora commuove, fa sorridere e soprattutto fa riflettere.

Teatro e cinema si uniscono al fine di omaggiare il grande artista Charlie Chaplin nello spettacolo Il Monello, portato in scena dal Teatro Vittoria di Roma.

Chiarlot

Rivisitazione teatrale del capolavoro cinematografico del 1921 di Chaplin, lo spettacolo – vincitore della sesta edizione della rassegna “Salviamo i talenti – Premio Attilio Corsini” 2014 – vuol essere il racconto di una storia nella storia; la storia del famoso Monello chapliniano e la storia della difficile realizzazione del film ad opera del regista.

 

I giovani artisti che hanno preso parte allo spettacolo sotto la regia di Lorenzo Cognati fanno parte della compagnia il Jobel Teatro, ente stabile di ricerca, i cui progetti sono finalizzati alla valorizzazione del sociale e alla trasposizione in scena di opere letterarie o cinematografiche.

Un gruppo di ricerca volto allo studio di pratiche teatrali sempre nuove e all’interconnessione fra i vari modi di fare arte come in questo caso in cui cinema e teatro si uniscono, la parola diviene gesto, la pantomima ritrova nuova vita come pratica teatrale.

L’arte del mimo, di solito delegata ad arte minore, sul palcoscenico del Vittoria si mostra nella sua complessità dietro la quale è presente uno studio di anni che la compagnia ha svolto partendo in Polonia, Germania Francia al fine di apprendere le tecniche del mimo moderno.

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Un piccolo gioiellino che sulla scena riesce a raccontare, emulando il grande Chaplin, quello che era l’uomo dietro la maschera di Charlot attraverso la parola e la magia del cinema che nelle vesti di due attori indaffarati a ripulire un magazzino cinematografico dà il via allo spettacolo. La voce guida del regista inglese, che narra le vicissitudini a cui andò incontro il suo film, si alterna alle scene del Monello. All’improvviso sul palcoscenico ci appare il personaggio del vagabondo, sempre distinto nel vestito di stracci che grazie all’interpretazione dell’attore Brian Latini – all’eleganza e alla dolcezza dei movimenti –  non scade nella macchietta ma guadagna in poco tempo la stessa dignità e la veridicità che Chaplin era riuscito ha donargli. Sulla scena, seguendo i tempi serrati della pantomima, si dispiega la commedia dal riso amaro che alterna le innumerevoli gag, con protagonista charlot e il piccolo trovatello, alla storia del monello che infine ritroverà la madre perduta.

L’interpretazione di Gabriele Davoli portà con sé tutta la dolcezza, la poesia del bambino che tanto incuriosì Chaplin e diede il via all’idea del film.

Quell’ angelo un po’ birbantello riesce a conquistare il pubblico e gli abbracci del suo padre adottivo che ad ogni marachella risponde con un sorriso o con la complicità delle azioni.

Sullo sfondo della commedia il ritratto della città con le sue donne affacendate e un po’ civettuole – caricate nei gesti e nella fisicità –  e la crudeltà della vita di strada fatta di barruffe, uomini violenti.  Onnipresente la figura della polizia che spesso Chaplin prendeva in giro con i suoi sorrisi, i veloci movimenti atti a distrarre lo sguardo della legge.

Un racconto muto che grazie anche alle musiche originali del film arriva al cuore e unisce il riso, le lacrime, gli applausi che tutti sono dedicati alla memoria di Chaplin e alla compagnia di attori che con sentimento e sottile intelligenza è riuscita a creare un’opera nuova sulla scia del grande artista.

 

IL MONELLO di Charlie Chaplin

adattamento di Lorenzo Cognatti

regia Jobel Teatro

con

Brian Latini

Gabriele Davoli

Sara Aiello

Francesca Difranco

Roberto Fazioli

 

Silvia Petrella

Silvia Petrella

Silvia Petrella

Appassionata di arte. Laureata in lettere, con indirizzo cultura teatrale, presso l'università Aldo Moro di Bari e naturalizzata romana, dove sta proseguendo gli studi presso il DAMS con indirizzo cinema, televisione e produzione multimediale, collabora con più riviste scrivendo di cinema e teatro. Porta avanti un percorso nello yoga che è diventato una filosofia di vita all'insegna dell'equilibrio tra la mente e il corpo. "Mens sana in corpore sano"