Il Circo Massimo: ritorna al suo splendore l’area per spettacoli più famosa al mondo

Il Circo Massimo: ritorna al suo splendore l’area per spettacoli più famosa al mondo

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Il Circo Massimo: ritorna al suo splendore l’area per spettacoli più famosa al mondo

Il Circo Massimo sorge nella Valle Murcia compresa tra il colle Palatino e il colle Aventino. Questo luogo è legato alla leggenda della formazione di Roma, infatti è qui che Romolo organizzò il famoso Ratto delle Sabine invitate appunto ad assistere alle corse.

Dunque questo “ippodromo naturale” fu sin dagli albori della città un sito dedicato alle corse dei carri, ritenute dagli antichi romani manifestazioni sacre e ludiche allo stesso tempo (ed erano gratuite).

Una prima sistemazione architettonica della zona viene fatta risalire al 600 a.C. circa, durante il regno di Tarquinio Prisco il quale fece costruire le prime scuderie di partenza, dette carceres.

Tuttavia il Circo Massimo arrivò al suo massimo splendore durante la tarda età repubblicana e continuò ad essere continuamente arricchito per tutta l’epoca imperiale di Roma, segno della grande importanza che questo edificio ricopriva per gli antichi romani.

Giulio Cesare volle il rifacimento in muratura dell’antico ippodromo; l’Imperatore Claudio dotò il Circo di nuove scuderie di partenza completamente in marmo, Tito fece edificare una maestosa entrata trionfale.

Nel 103 d.C., sotto Traiano, venne completato il totale rifacimento dell’edifico, importante intervento dovuto ad un grande incendio che colpì la struttura già durante il periodo dell’imperatore Domiziano. La maggior parte dei resti ancora oggi visibili appartengo proprio a questo rifacimento dell’epoca.

L'area del Circo Massimo in tutta la sua vastità
L’area del Circo Massimo in tutta la sua vastità

Infine l’ultimo grande elemento monumentale che faceva parte del complesso del Circo Massimo fu il secondo obelisco egizio (il primo più piccolo era di epoca augustea); questo fu installato sulla spina centrale della pista per volere di Costante II nel 357 d.C.(oggi è visibile al Laterano).

Non a caso il Circo Massimo fu il più grande e monumentale edificio dedicato allo spettacolo dell’intera antichità, emulato in tutte le città dell’impero. Con una capacità di circa 150 mila spettatori, il Circo si estendeva per 600 metri con un’ampiezza di 140 metri, al di sotto vi erano numerose gallerie lunghe anche 100 metri che permettevano l’accesso ai vari settori degli spalti, che erano divisi in base al censo (alcune di queste sono oggi finalmente visitabili) e dotato di una loggia per la famiglia imperiale detta pulvinar.

Gli antichi romani dedicarono così tanti sforzi al continuo ampliamento e abbellimento del sito del Circo proprio per la grande importanza che le corse dei carri ricoprivano per loro.

Questo elemento lo si può dedurre per esempio dalle varie testimonianze che ci sono pervenute, che ci illustrano come fu adornata nel tempo la monumentale spina centrale dell’ippodromo, con fortissimi richiami religiosi.

La maggior parte degli elementi decorativi infatti esaltavano le divinità, come per esempio i delfini di Nettuno e le Uova dei Dioscuri, utilizzate  per contare i giri, o la colonna dedicata alla dea Cerere.

Inoltre le corse stesse erano organizzate come un rituale sacro ed erano fortemente legate al simbolismo solare: 7 erano i giri di corsa come i pianeti che giravano intorno al sole per gli antichi, 12 erano le scuderie di partenza come i mesi dell’anno, 4 i cavalli per ogni carro come le stagioni.

Il Circo Massimo continuò a ricoprire la sua funzione di luogo religioso e di spettacolo fino al VI secolo d.C., periodo in cui la transizione dalla Roma dei Cesari a quella dei Papi era ormai in pieno svolgimento.

La zona fu per molto tempo abbandonata e destinata ad uso agricolo, mentre l’edificio fu completamente smantellato per riutilizzare i vari e prestigiosi componenti monumentali per costruire la nuova Roma dei Papi.

Successivamente nel XII secolo la zona sud  dell’amplia curva del Circo venne inglobata nelle fortificazioni medioevali della famiglia dei Frangipane, che si estendevano anche al Foro Romano: la Torretta della Moletta, ancora oggi visibile, ne è un chiaro esempio.

La Torre della Moletta e parte delle gallerie
La Torre della Moletta e parte delle gallerie

Un parziale recupero di tipo archeologico del sito si ebbe verso i primi del ‘900, mentre un vero e proprio riutilizzo dell’intera area del Circo, per scopi politici e propagandistici, si ebbe durante l’epoca della dittatura fascista.

Il sito del Circo Massimo fu infatti ceduto ed utilizzato dal Partito Nazionale Fascista tra il 1937 e il 1940 per varie manifestazioni e mostre di propaganda per il regime.

Oggi “il prato” del Circo Massimo, che si trova 5 metri sopra all’antica pista da corsa e alla spina centrale, è ancora utilizzato dai romani per varie attività culturali legate di nuovo allo spettacolo come per esempio i concerti, mantenendo così viva la vocazione di questo meraviglioso e importante sito storico della nostra città.

Finalmente i Romani e non solo potranno godere dell’area archeologica rimessa a nuovo dopo anni di lavori e restauri.

 

Aldo Doninelli

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Redazione Nèa Polis

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