“Da vicino nessuno è normale” si può scoprirlo a Santa Maria della Pietà

“Da vicino nessuno è normale” si può scoprirlo a Santa Maria della Pietà

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“Da vicino nessuno è normale”

Da vicino nessuno è normale

Non è semplice raccontare la malattia, soprattutto quella mentale. Paura, diffidenza, pregiudizio, mancanza di conoscenze inducono a creare barriere, a stabilire un confine mentale e fisico tra noi e loro, “sani” e “malati”. E’ un confine che sembra invalicabile e pone al riparo dai dubbi, come una grande, assoluta e rassicurante certezza contro cui si schiantano i corpi, le vite e le identità degli altri. Esclusi, tagliati fuori e cancellati, come avveniva nei manicomi dove centinaia di vite andavano a spegnersi, private della propria umanità.

A Santa Maria della Pietà, in quello che era il manicomio di Roma, quel confine si materializza nel Museo Laboratorio della Mente e diviene una traccia da seguire per scardinare le certezze, ribaltare i ruoli e sentirsi, anche soltanto per un momento, “diversi”. Entriamo seguendo l’aforisma di Franco Basaglia “entrare fuori, uscire dentro“, diventiamo parte di un percorso di riscoperta e di liberazione del manicomio, conoscendo per prima cosa l’esclusione.

"Da vicino nessuno è normale" e si può scoprirlo a Santa Maria della Pietà
Il secondo passo è sentirsi altro da sé: varcata la soglia comincia il nostro itinerario lungo il muro con la sezione “Modi del sentire” che permette il primo, sconcertante contatto con gli inganni e le illusioni della mente, anche di una mente che reputiamo perfettamente normale. Le istallazioni curate dallo Studio Azzurro sono interattive e immersive e consentono a chi entra nelle varie stanze di fare un’esperienza estraniante di sé: cercare di seguire una voce mentre si parla, di afferrare la propria immagine mentre si ha la sensazione di muoversi al rallentatore, sentire voci, tra cui anche la propria.

Si tratta soltanto di un piccolo prologo per metterci in condizione di guardare più da vicino una condizione che ci sembra lontana ed estranea e che, invece, ci appartiene: “da vicino nessuno è normale” diceva Basaglia. Il percorso continua con “ritratti”, una serie di ritratti realizzati negli anni ’30 dallo psichiatra Romolo Righetti, deciso a sottolineare le peculiarità di ciascun paziente, contro lo stereotipo che vorrebbe tutti i malati identici. Negli sguardi e nei volti di ciascun individuo si legge una storia di sofferenza, ma anche un’impronta individuale, un vissuto unico e irripetibile di essere umano.

Da vicino nessuno è normal
La nostra esperienza di internati prosegue, dai volti dei pazienti immortalati da Righetti passiamo ad una macchina fotografica. Stiamo entrando davvero nell’istituzione, con le sue pratiche tanto simili a quelle di una prigione, come notava con grande lucidità che può sembrare estranea ad una “folle” Alda Merini in L’altra verità: diario di una diversa: una foto con il proprio nome scritto su una lavagnetta, la sensazione di aver superato la barriera e di essere dall’altra parte che si fa concreta. Siamo nelle “dimore del corpo”, la sezione forse più coinvolgente dal punto di vista fisico, quella che ci costringe a confrontarci con quegli atteggiamenti corporei che sono indizio del disagio, con movimenti e posizioni che fanno sentire dentro di sé quella diversità tanto temuta e tenuta a distanza di sicurezza.

Da vicino nessuno è normal

Il Museo della Mente non è  pensato soltanto come un percorso di esperienza, ma anche come un contenitore di storie e voci, uno spazio che non rinnega né nasconde la realtà di sofferenza che troppo a lungo è stata taciuta. Proprio qui, grazie alle iniziative di infermieri e medici che vedevano in Franco Basaglia un vero e proprio faro, il rivoluzionario della psichiatria, questa realtà ha trovato per la prima volta un’alternativa. Un’alternativa ai farmaci, all’elettroshock e all’indifferenza. Così ripercorriamo le tappe di quegli anni turbolenti, sperimentali dai quali affiorano esempi di speranza, nuove possibilità e modi di guardare e di trattare la malattia.

Da vicino nessuno è normale
Il Museo della Mente è un esempio luminoso di come la narrazione possa diventare uno strumento potente di consapevolezza. Nel suo piccolo il Museo con tutte le attività costantemente promosse – quali i concerti – prosegue sulla scia del rinnovamento del grande uomo che ha dato una svolta alla sua storia, provando a rendere l’istituzione umana. Il Museo continua, nel tempo, ad avvicinarci.

Fonte: “Da vicino nessuno è normale” si può scoprirlo a Santa Maria della Pietà

Sara Fabrizi

Sara Fabrizi

Classe '92, laureata in Filologia Moderna all'Università di Roma "La Sapienza", redattrice per NéaPolis e Tutored. Gestisco due blog "Parole in viaggio" dedicato all'arte e ai luoghi d'Italia e "Storie dal cassetto", raccolta di racconti brevi soprattutto a carattere psicologico. Un mio racconto "Il battesimo del fuoco" è stato selezionato e pubblicato nell'antologia "I racconti di Cultora. Centro-sud" seconda edizione per Historica edizioni nel 2015. Sono membro fondatore dell'associazione "La parola che non muore" e responsabile dell'ufficio stampa per il Festival omonimo a Civita di Bagnoregio, inaugurato nel 2015.