GIORNATA DELL’UNIONE EUROPEA SWEET HOME EUROPA

GIORNATA DELL’UNIONE EUROPEA SWEET HOME EUROPA

Nella giornata dell’Unione Europea importante è ricordare il suo passato e presente attraverso uno spettacolo che sta facendo il giro del mondo e che qui  Roma è stato accolto dal Teatro India.

In una suggestiva location lungo le rive del Tevere all’interno di una ex fabbrica, il teatro, continua la sua ricca stagione  riaprendo le porte della seconda sala dando il benvenuto ad un numeroso pubblico con lo spettacolo Sweet Home Europa di Davide Carnevali con la regia di Fabrizio Arcuri.

In linea con la poetica del teatro, con l’orecchio e gli occhi rivolti spesso alle nuove voci e scritture della drammaturgia contemporanea e con gli obiettivi di decifrare e raccontare il nostro presente, lo spettacolo di Carnevali ci presenta un forte affresco dell’Occidente riunito sotto le 12 stelle dell’Unione Europea con tutte le sue utopie, le falle e le sue contraddizioni.

Sweet-Home-Europa_foto-Valeria-Tomasulo-15Lo spettatore, spente le luci della sala, si trova da subito immerso nella rappresentazione, circondato da un fumo denso che piano piano scende verso il centro del palcoscenico – ad altezza uomo, frontale – con la sua potente scenografia che durante lo svolgimento dello spettacolo muta e si svela.

Ed è la sua storia; la storia dell’uomo, del suo passato, presente e forse futuro – dato che la Storia è un ripetersi di eventi sempre uguali a se stessi perchè sempre uguale a se stesso è l’uomo – che lo spettacolo porta in scena.

sweet-home-europa-1-300x187

La storia di una Utopia – la dolce e grande casa Europa realizzata attraverso parole e strette di mano di circostanza, promesse, abbattimenti dei confini che abbattimenti non sono perchè il confine siamo noi stessi.

Uno, nessuno e centomila uomini, donne, generazioni, estranei, esuli, uomini politici sono rappresentati da tre personaggi sulla scena: un uomo, un altro uomo e una donna che ci raccontano storie diverse ma che alla base hanno la stessa verità.

Ci raccontano di uomini che dominano altri uomini, di esuli e stranieri che scappano dalle loro terre e che non riescono ad integrarsi, dei deboli e dei forti, della loro condizione e del loro stato sociale.

Figli, padri, madri di una terra di tutti e di nessuno.

Dodici sono i quadri che raccontano uguaglianze e differenze attraverso la narrazione dello stato delle cose e che utilizzando le didascalie, proiettate sullo sfondo di ferro e i pochi oggetti di scena, danno la possibilità allo spettatore di riconoscere il suo passato e il suo presente.

Davide Carnevali non affronta la questione ma suggerisce al pubblico, attraverso la sua partitura, di completare il quadro e di tradurre ogni gioco di parole, ogni ripetizione, ogni gesto, ogni epifanica esplosione e visione portata in scena. La sua scrittura e la regia di Fabrizio Arcuri creano un’atmosfera familiare ed estranea allo stesso tempo quasi da lasciarci la possibilità di essere quel tanto razionali da poter porci domande precise sul nostro avvenire, su dove la grande casa Europa ci sta portando, sul perchè si è arenata. Domande che inizano a farsi strada in quei momenti di pausa scanditi dalle musiche forti e penetranti di Davide Arneodo, Luca Bergia (Marlene Kuntz) e NicoNote che accompagnano tutto lo spettacolo nelle sue evoluzioni e ripetizioni.

L’obiettivo è coinvolgere lo spettatore e attraverso la freschezza, l’ironia e la crudeltà dell’opera risvegliare la memoria della storia di cui è portatore e proporgli un punto di vista altro della realtà ma totale e veritiero.

La storia universale e collettiva è la protagonista con le sue rinascite e distruzioni sempre uguali a se stesse ma, “ Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” scrisse Lavoiser e forse da quel deserto, da quel mare che inghiotte tutto qualcuno o qualcosa, partendo da una ricerca della propria identità, può fare il primo passo per il cambiamento e strappare il velo di carta che sovrasta il nostro cielo a dodici stelle.

tumblr_nm5l4zeIAJ1ssggi3o1_500

SWEET HOME EUROPA

UNA GENESI. UN ESODO. GENERAZIONI.

di Davide Carnevali

regia di Fabrizio Arcuri

con

Michele Di Mauro

Francesca Mazza

Matteo Angius

musiche e canzoni composte ed eseguite dal vivo

da Davide Arneodo, Luca Bergia (Marlene Kuntz) e NicoNote

ideazione progetto scenico Andrea Simonelli

sculture sceniche esplosive Enrico Gaido e Riccardo Dondana

assistente alla regia Francesca Zerilli

produzione Teatro di Roma

 

Silvia Petrella

Silvia Petrella

Silvia Petrella

Appassionata di arte. Laureata in lettere, con indirizzo cultura teatrale, presso l'università Aldo Moro di Bari e naturalizzata romana, dove sta proseguendo gli studi presso il DAMS con indirizzo cinema, televisione e produzione multimediale, collabora con più riviste scrivendo di cinema e teatro. Porta avanti un percorso nello yoga che è diventato una filosofia di vita all'insegna dell'equilibrio tra la mente e il corpo. "Mens sana in corpore sano"