Gli oscar 2015 tra aspettative e speranze

Gli oscar 2015 tra aspettative e speranze

Ci siamo amici cinefili, solo poche ore ci separano dalla 87ª edizione della cerimonia degli Oscar: anche quest’anno il Dolby Theatre di Los Angeles ci darà molte gioie, stranezze da citare per tutto l’anno e tante statuette un pò kitsch; Neil Patrick Harris, il Barney di How I met your mother, ci accompagnerà durante la serata più attesa del cinema.

Si sa, spesso e volentieri le vittorie agli Academy non sono necessariamente certezza di definitiva qualità, come se questa fosse l’unica consacrazione nell’Olimpo del cinema, ma è sempre un evento  immancabile per ritrovare, nell’arco di poche ore,quella magia un po’ perduta dei film, per incontrare i nostri eroi con il loro vero volto (se escludiamo il botox), pronti alla celebrazione totale delle loro carriere o al rimpianto più grande, il tutto ripreso in mondo visione. Di ciò ne sa qualcosa il nostro beneamato e incompreso Leonardo di Caprio. Ti rifarai, lo so.

E se Leo quest’anno non concorre e il suo ultimo avvistamento risale ad un’isola caraibica con uno stuolo di modelle e una barba da fare invidia al Tom Hanks di Cast Away, alla faccia di chi non gli ha detto “bravo” e non gli ha concesso l’omino d’oro, vediamo chi invece si gioca la vittoria per alcune delle categorie principali.

Piccola variante del’edizione 2015: le nominations sono state annunciate il 15 gennaio per la prima volta tutte in conferenza stampa, quando nelle edizioni precedenti le dieci categorie più importanti erano annunciate in diretta tv e le restanti tredici diffuse con un comunicato dall’Academy. Inoltre nessun film italiano è quest’anno in lizza, così come nessun discorso in un inglese imbarazzante è all’orizzonte, forse i registi nostrani stanno tutti studiando per il TOEFL prima di ritentare la fortuna.

And so the nominees are…

Nella categoria MIGLIOR FILM abbiamo:

American Sniper di Clint Eastwood: dubbi sulla sua candidatura? Certo che no. Patriottico. E comunque NO.

(per ulteriori dettagli vedi anche: https://www.neapolisroma.it/?q=cinema-cultura-nea-cinema-politica/american-sniper-o-legge-del-taglione)

Birdman di Alejandro González Iñárritu: attenzione, attenzione… eccellente. La rencensione a breve, ma vi basti sapere, se non lo avete ancora visto, che è semplicemente eccezionale.

Boyhood di Richard Linklater: originale, coraggioso e toccante. L’esaltazione della normalità che potrebbe trionfare stasera.

The Grand Budapest Hotel di Wes Anderson: irrealmente bello, magico e colorato, perfetto soprattutto per sedare i vostri bisogni di geometrica perfezione. Rassicurante, ma non so se vincerà.

Selma – La strada per la libertà di Ava DuVernay: bello e necessario, specie per il periodo storico che stiamo vivendo. Potrebbe.

The Theory of Everything di James Marsh: sincero, sentito e umano. Poco scientifico ma adatto al grande pubblico. Non vincerà.

Per una spiegazione più diffusa: https://www.neapolisroma.it/?q=cinema-cultura/teoria-del-tutto-o-sentimenti-dietro-scienza

The Imitation Game di Morten Tyldum: altra ottima biografia su un altro eroe dei nostri tempi, ma annunciarlo “miglior film” davanti a Birdman Whiplash, non so… Mi pare un pò esagerato.

La mia opinione qui: https://www.neapolisroma.it/?q=imitation-game

Whiplash di Damien Chazelle: intelligente, musicale, a buon diritto un capolavoro, le piume di Birdman tremano.

Da dietro la macchina da presa, i candidati alla MIGLIOR REGIA sono in realtà due ma per correttezza li riporterò tutti:

Alejandro González Iñárritu – Birdman: sì.

Richard Linklater – Boyhood: la sfida con Iñárritu è chiara, ma il regista statunitense ha già avuto il suo trionfo nella recente cerimonia dei BAFTA, ora è giusto riequilibrare. Non si può aver tutto.

Bennett Miller – Foxcatcher: non penso.

Wes Anderson – The Grand Budapest Hotel: papabile ma è medaglia di bronzo.

Morten Tyldum – The Imitation Game: non con Iñárritu, Linklater e Anderson alle calcagna.

E ora quella più attesa forse, per la categoria Leonardo di Caprio.. Emm.. MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA concorrono invece i dovizi:

Steve Carell – Foxcatcher: un attore a tutto tondo. Non mi dispiacerebbe, ma ho un altro candidato in mente.

Bradley Cooper – American Sniper: dai, non scherziamo.

Benedict Cumberbatch – The Imitation Game: te lo meriteresti eccome, ma c’è un ordine di anzianità da rispettare.

Michael Keaton – Birdman: il mio prescelto sei tu. TOP. Michael tif(iam)o per te.

Eddie Redmayne – The Theory of Everything: Eddie, premettendo che sei tenerissimo, non basta interpretare Stephen Hawking sulla sedia a rotelle,  apprezziamo tutti la tua prova, ma no: bravo comunque ma non è ancora il tuo momento.

Ed ecco le signore in lizza nella categoria MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA:

Marion Cotillard – Due giorni, una notte (Deux jours, une nuit): bella e brava, te lo meriteresti se non avessi una concorrenza spietata.

Julianne Moore – Still Alice: dopo Leonardo manca solo lei ad avere un Oscar. Un pò di giustizia a questo mondo. Vincerà.

Reese Witherspoon – Wild: film modesto, lei anche. Per me è no.

Felicity Jones –The Theory of Everything: bravissima e dolce, ma un Oscar mi pare un pò eccessivo anche per la partner di Eddie Redmayne. Ritenta.

Rosamund Pike – Gone Girl: inquietante e sinistra. Meriterebbe di vincere se Julianne non stesse già mettendo in fresco lo champagne.

Le altre signore che si accalcano alla vittoria come MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA sono invece le rappresentanti di almeno quattro diverse generazioni. Nell’ordine:

Emma Stone –Birdman: tra lagne paterne e istrionici corteggiatori, Emma è la figura riconciliatrice per una storia che si snoda tra corridoi, quinte e tetti di Broadway, risultando spiritosa e pimpante; e poi con quegli occhioni non può non vincere. Punto su di lei.

Patricia Arquette –Boyhood: sensuale ed eclettica, però io tifo Emma Stone.

Laura Dern –Wild : uno dei volti più noti di sempre, musa di Lynch e figlia d’arte, ma come “miglior attrice non protagonista” non la vedo granchè.

Keira Knightley –The Imitation Game : grande promessa, grande donna, ma un ruolo troppo minore per vincere. Ritenta, sarai più fortunata.

Meryl Streep –Into the Woods: la regina di Hollywood, già tre volte premio Oscar come miglior attrice in The Iron LadyLa scelta di Sophie e Kramer contro Kramer, 18 nominations come Attrice Protagonista, non può essere scomodata per una categoria non di primo piano, e per un film ampiamente minore come il musical di Rob Marshall. La candidatura la merita sempre e comunque, ma non vogliamo svalutare la collezione di statuette in salotto.

 

Segnalo infine i cinque nomi che gareggiano per il premio come MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA:

Robert Duvall –The Judge: non ha bisogno di presentazioni lui, già Oscar come miglior attore nel 1984 per Un tenero ringraziamento e interprete di titoli che hanno fatto la storia come Il PadrinoApocalypse Now. Meriterebbe.

J.K. Simmons –Whiplash: un attore che avrete visto in decine e decine di film hollywoodiani ma non riuscite ad elencarne neanche uno perché era sempre alle spalle del protagonista, tenta quest’anno con il film rivelazione di  Damien Chazelle. Dopo una lunga carriera come la sua, sarebbe un perfetto coronamento: non mi dispiacerebbe affatto.

Mark Ruffalo –Foxcatcher: bravo e convincente, ma il ruolo di Dave, il fratello wrestler del protagonista, non basta a vincere.

Ethan Hawke –Boywood: da “Oh capitano mio capitano..” in L’attimo fuggente, Ethan ne ha fatta di strada, e dopo un sodalizio lungo ben sei film con Linklater, ritenta la vittoria per la seconda volta. Ci piace, ma non vincerà.

Edward Norton –Birdman: strafottente e sopra le righe nel film di Iñarritu, come sempre Norton emerge e sommerge. In questo caso i concorrenti in gara. Bravi tutti, ma io dico “go Edward, go!”.

 

Insomma, si annuncia una notte piena di pathos per gli amanti della settima arte, dunque tutti sintonizzati su Sky Cinema Oscar o su Cielo muniti di caffè e tante speranze, oppure registratevi lo show aspettando di vederlo domani, ma non uscite di casa, nè aprite Facebook o parlate col fruttivendolo, perché lo spoiler sarà in agguato ad ogni incontro. È così che l’anno scorso seppi di Leo, e non ve lo auguro.

Come premessa ad eventuali delusioni, concludo dicendo che, come insegna Birdman (messaggi subliminali), non importa il giudizio della critica, che ferma se ne sta a giudicare senza saper davvero fare, quel che conta è… mantenere sempre un grande ego, al di là dei ruoli che ci restano addosso. E allora appaghiamo la sete di successo di questi poveri attori iperegoici che tanto ci fanno emozionare e concediamo a loro una notte indimenticabile e a noi la rassicurazione di avere ancora dei buoni gusti cinematografici.

 

Che vincano le maschere migliori!

Alessia Agostinelli

Alessia Agostinelli

Laureata in filosofia e amante del cinema e della letteratura, sempre in giro per il mondo all'inseguimento dell'unico, grande sogno: la scrittura. Letteratura dell'800, film degli anni '90 e Filosofia di ogni tempo sono da sempre i miei compagni più fedeli.