I voli dell’Ariosto a Villa d’Este, 500 anni di arte

I voli dell’Ariosto a Villa d’Este, 500 anni di arte

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I voli dell’Ariosto a Villa d’Este

I voli dell'Ariosto a villa d'Este

Ferrara, 22 aprile 1516: dai torchi della tipografia di Giovanni Mazzocco esce alla luce per incamminarsi nella storia la prima edizione dell’Orlando Furioso. Doveva essere un testo celebrativo della famiglia d’Este, un intrattenimento per la corte che amava storie di cavalieri e dame. Ariosto, però, ambiva a molto di più, ad un poema moderno capace di avvincere un pubblico oltre i confini ristretti del ducato di Ferrara. Un progetto che gli costò anni di lavoro, revisioni, aggiunte ma che, entrando nelle sale della mostra “I voli dell’Ariosto” a villa d’Este, appare del tutto realizzato.

Non si poteva scegliere luogo più evocativo per ospitare un’esposizione che ripercorre, sala dopo sala, la fortuna del poema di Ariosto attraverso i secoli fino alla contemporaneità: il poeta certo non varcò mai la soglia di questa dimora, fatta edificare dal cardinale Ippolito II, figlio di Alfonso I e Lucrezia Borgia, ma si legò per tutta la vita alla famiglia d’Este e ad un altro Ippolito, lo zio dell’ideatore della villa, dedicò il suo poema. Per un curioso gioco del destino e per una felice scelta dei curatori, Ariosto vola a villa d’Este per la prima volta e le sale affrescate del piano nobile, già splendide per il proprio apparato decorativo, si animano dell’arte immaginosa del poeta trasposta in quadri, disegni, ceramiche, arazzi, bronzi…

I voli dell'Ariosto a villa d'Este
Ritratto di Ariosto

Facciamo innanzitutto la conoscenza della fisionomia dell’autore, che domina la prima sala dall’alto del ritratto realizzato da Cristofano dell’Altissimo. Dopo una prima sezione dedicata al volto e mito del poeta ci si addentra nella storia figurativa del Furioso nel Cinquecento: gli episodi più amati del poema, come gli amori tra Angelica e Medoro o i voli dell’ippogrifo, entrano subito nell’immaginario collettivo e quindi nelle tele degli artisti contemporanei, a partire da Dosso Dossi che realizza la propria opera a tema ariostesco ancor prima che il testo venga pubblicato. Non solo tele dipinte in questa sala, ma anche tre grandi arazzi estensi, in prestito dal Musée des Arts decoratifs di Parigi e restaurati proprio in occasione del loro viaggio in Italia, ci portano a riassaporare le atmosfere dell’epoca, già rievocate dalle stanze in cui ci troviamo a passeggiare, ammirati.

Dal Cinquecento si scivola nel Seicento con grandi tele provenienti dai musei fiorentini mentre nelle teche a corredo dell’esposizione sono messe in mostra copie originali delle tre edizioni del poema (1516, 1521, 1532) che ci permettono di ammirare direttamente le carte da cui sono ispirati i molteplici capolavori presenti, seri e meno, data l’apprezzabile idea di dedicare un’intera parete ad alcune acqueforti di Antonio Tempesta rappresentanti delle divertenti caricature dei maggiori personaggi del poema – pensiamo alla “bellissima Bradamante” e alla “vaghissima Isabella” dotate di fattezze decisamente mostruose.

Ariosto villa d'Este
Il valoroso Gradasso, Antonio Tempesta

Ogni secolo ha il suo modo tutto particolare di interpretare le vicende eroiche e amorose e l’Ottocento, rappresentato dai romantici Ingres e Delacroix per la pittura francese, non manca di donare alle storie del Furioso una carica emotiva nuova, diversa da quella originaria, ma che dimostra la straordinaria vitalità del testo e le molteplici possibilità interpretative a cui si presta. Ma il vero protagonista di quest’epoca è Gustav Doré i cui disegni, potenti nell’essenzialità, rimangono incollati al fondo della retina e del cuore di chi li conosce, trasformandosi automaticamente nel riferimento visivo più immediato per i conoscitori delle vicende d’Orlando.

Dulcis in fundo arriva il più bel Furioso del Novecento, quello messo in scena da Luca Ronconi e Edoardo Sanguineti, un adattamento teatrale che rivive nelle stanze di villa d’Este in due modi: da un lato attraverso gli scatti inediti di Ugo Mulas, realizzati in occasione dello spettacolo tenutosi in piazza del Duomo, e i bozzetti per costumi e scenografie dello sceneggiato televisivo andato in onda nel 1975;

Ariosto vilal d'este Luca Ronconi
Allestimento Sala della Fontana

dall’altro attraverso l’allestimento, nell’ambiente quasi teatrale della Sala della Fontana, di una delle scenografie del Furioso televisivo. Siamo così proiettati ancora una volta dentro il Furioso in un gioco di intreccio tra realtà e finzione per il quale la letteratura entra nel mondo e il mondo si confronta con essa. Scendendo poi nel giardino, tra i magici e illusori giochi d’acqua delle fontane, potrà sembrare di udire delle voci lontane, nei pressi della fontana della Civetta: sono quelle di Giorgio Albertazzi, Alberto Lupo, Arnoldo Foà che, grazie ad un’audioinstallazione, tornano a raccontare.

Lo spettacolo non si conclude qui, non bastano le arti visive a dare conto della vitalità dell’opera di Ariosto: anche la cultura musicale ha risentito gli effetti del poema e, di conseguenza, ampio spazio è dedicato anche a questo aspetto con una serie di concerti di musica barocca. Dopo “L’Amore e gli amanti”, che ha inaugurato il 15 luglio il ciclo di concerti-evento, ci aspettano “La guerra e i paladini” il 27 agosto e “Il senno e  la follia” il 17 settembre, un modo per riflettere in musica sui grandi temi che animano l’orizzonte del poema più amato.

Orari e tariffe Villa d’Este

Sito ufficiale mostra i voli dell’Ariosto a villa d’Este

Sara Fabrizi

Sara Fabrizi

Sara Fabrizi

Classe '92, laureata in Filologia Moderna all'Università di Roma "La Sapienza", redattrice per NéaPolis e Tutored. Gestisco due blog "Parole in viaggio" dedicato all'arte e ai luoghi d'Italia e "Storie dal cassetto", raccolta di racconti brevi soprattutto a carattere psicologico. Un mio racconto "Il battesimo del fuoco" è stato selezionato e pubblicato nell'antologia "I racconti di Cultora. Centro-sud" seconda edizione per Historica edizioni nel 2015. Sono membro fondatore dell'associazione "La parola che non muore" e responsabile dell'ufficio stampa per il Festival omonimo a Civita di Bagnoregio, inaugurato nel 2015.