Il Don Giovanni. Vivere è un abuso, mai un diritto.
Uno spettacolo di e con Filippo Timi
attori: Umberto Petranca, Alexandre Styker, Lucia Mascino, Matteo De Blasio, Elena Lietti, Fulvio Accogli, Marina Rocco, Roberto Laureri
regia e scena Filippo Timi luci Gigi Saccomandi
costumi Fabio Zambernardi
in collaborazione con Lawrence Steele
assistente regia Fabio Cherstich
In scena al teatro Argentina, Roma, dal 3 al 15 marzo 2015.
Se avete intenzione di immergervi in un spettacolo sfrontato, folle, miscredente e fuori dagli schemi, il Don Giovanni di Filippo Timi fa per voi!
Uno spettacolo dove l’esagerazione e l’imprevedibilità diventano la parola chiave, dove viene abbandonata la linea classica di Molière per favorire scenografie alla Kubrick, con quinte dorate e pavimenti colorati.
Sontuosi e sgargianti i costumi firmati da Fabio Zembernardi, che riprendono il settecento mettendo in risalto i difetti dei vestiti tipici dell’epoca: gonne abnormi, scarpe di plastica con fiocchi e tacchi vertiginosi, mantelle ultra-floreali e fatte con gonne femminili incollate una sull’altra.
Per tutto lo spettacolo il pubblico si trova sospeso nella frenesia di battute spudorate e verità svelate in chiave provocatoria e grottesca, che portano ad una riflessione su una società moderna, autodistruttiva e immorale, che viene portata in scena egregiamente dal regista e protagonista.
Sorprendente l’interpretazione di tutti gli attori partendo dai due servitori effeminati e isterici Leporello (Umberto Petranca) e Ludovico (Alexander Styker), arrivando alla coppia immatura e perversa composta da Don Ottavio (Matteo De Blasio) e Donna Anna (Elena Lietti), per non parlare della fantastica performance di Zerlina (Marina Rocco) e Masetto (Roberto Laurieri) che vanno a incarnare una leggerezza e ignoranza popolana alla Claudia Gerini e Carlo Verdone, mentre Donna Elvira (Lucia Mascino) è rappresentata come la Regina Rossa di Tim Burton alle prese con un amore travolgente e devastante allo stesso tempo, e per ultimo, ma non ultimo, il Commendatore (Fulvio Accogli) che con l’elio e l’accento sardo ci fa vivere attimi di ansia e ironia allo stesso tempo.
Chi ha già visto Filippo Timi conosce la sua bravura e la sua capacità di provocare, chi non lo ha ancora visto, si prepari e si aspetti di tutto, ma ne varrà la pena: in fin dei conti è sempre il Don Giovanni.