La grattachecca più famosa di Monteverde che ha resistito al Covid (e alla folle burocrazia)

La grattachecca più famosa di Monteverde che ha resistito al Covid (e alla folle burocrazia)

La grattachecca di Bruno Felicetti ha rischiato di sciogliersi come neve al sole, e gli abitanti del quartiere romano di Monteverde hanno temuto per un attimo il peggio. Tutta colpa di una burocrazia folle e impietosa che, durante lo scorso lockdown, ha costretto il famoso chiosco di alimentari di piazza Rosolino Pilo a chiudere i battenti perché equiparato ad un bar, sancendo così lo stop alle attività, con grave pregiudizio per gli utenti e lo stesso proprietario. Peccato che, all’interno del chiosco di Bruno, si venda anche altro, soprattutto frutta e generi alimentari. Ma la burocrazia, si sa, ha le sue ragioni che la ragione non conosce.

Nata dapprima come semplice carretto negli anni ’50 grazie all’attività instancabile del nonno, il chioschetto di Felicetti ha vissuto tutta l’evoluzione tipica delle belle e genuine attività di quartiere, dal carro di legno, poi sostituito con una più robusta corazza metallica e poi, finalmente, un vero e proprio negozio nel 2004. Dal 1974 Bruno prepara qui le sue grattachecche, ormai una tradizione di famiglia: “I classici gusti rimangono sempre i più richiesti …menta, mentaorzata, cocco, amarena, fragola” ci dice mentre è intento a servire proprio la famosa granita romana.

Nonostante gli impedimenti burocratici ha resistito al duro periodo emergenziale, e da qualche mese respira un po’ di più: “negli ultimi due mesi, in particolare, la situazione va migliorando, anche se è ancora presto per raggiungere i livelli pre-pandemia”. A proposito del quartiere di Monteverde ci dice come tutto sembra mutare, giorno dopo giorno, ma in realtà è solo il ciclo della vita “con giovani che diventano vecchi anche loro con il passare del tempo”.

Sono stato costretto a rimanere fermo due mesi a causa della pandemia, quando invece attività commerciali identiche alla mia – sia per struttura che per genere di alimenti in commercio – hanno potuto tranquillamente lavorare. Un’ingiustizia!” lamenta. L’attività, nata originariamente come “erba e frutta” aveva tutte le caratteristiche per rimanere aperta e svolgere un servizio al pubblico, ma a nulla sono valse le proteste e gli interventi del sindacato. Oggi l’attività si sta lentamente risollevando, con beneficio anche di tutti gli abitanti del quartiere che, in questi caldi pomeriggi di fine primavera, possono rinfrescarsi accompagnati anche dalla risata e dal buon umore di Bruno, che non si spegne nemmeno quando parla dei ristori ricevuti dal governo: “i sussidi sono arrivati, ma sono stati abbastanza scarni. Si poteva fare sicuramente di più, soprattutto guardando a quanto è accaduto all’estero”.

Ancora presto per dire se sia tutto acqua passata, ma intanto è giunto il tempo per godersi una grattachecca glaciale e refrigerante dal maestro del ghiaccio di Monteverde.

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Redazione Nèa Polis

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