Lindsay Kemp: Inventions e Reincarnations

Lindsay Kemp: Inventions e Reincarnations

Il grande Lindsay Kemp – coreografo, attore, ballerino e regista – che ha rivoluzionato il teatro negli anni ’60, senza poi fermarsi mai, oggi compie settantotto anni e ritorna on the road con lo spettacolo Kemp Dances – Inventions and Reincarnations portandolo in giro per l’Italia e la Spagna, facendo tappa a Roma. In  una sola serata romana ad accogliere l’acclamato artista una fiumana di gente che lo ha accolto con un fragoroso e sentito applauso, segno della riconoscenza dei loro cuori, della loro anima ad una grande personalità il cui scopo è sempre stato quello di donarsi agli altri, al pubblico; sorprendendolo, toccandolo nel profondo, emozionandolo.

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Invenzioni e reincarnazioni non è solo il titolo del suo ultimo lavoro ma anche il file rouge che ha segnato la sua carriera.

Si racconta come in un diario sul palcoscenico.

 

Sulle note della Favola del Soldato di Stravinsky, spettacolo in cui si reincarna Lindsay Kemp ripresentandolo al pubblico all’insegna di un qui e ora. La favola, dal sapore faustiano, mescola e interagisce con i generi dell’arte; dal balletto alla pantomima, dalla musica da camera alla musica sinfonica. I ballerini –  nuovi membri della Lindsay Kemp Company –  Ivan Ristallo e Daniela Maccari, nuova musa di Kemp, accompagnati dalla voce narrante di David Haughton, grande attore e compagno di vita teatrale dell’artista, con sottile ironia e profondo pathos animano il palcoscenico. Il secondo dei tableaux Ricordi di una Traviata vede protagonista Lindsay Kemp nei panni di una Violetta che con la voce di Maria Callas combatte con la morte. Avvolto in un grande abito bianco e facendo i versi al teatro dell’opera cinese, con la grazia della gestualità egli diventa quella donna, s’identifica con Violetta, si lascia trasportare dalla musica e ripropone al pubblico quella danza della morte, entrandogli dentro come pugnale. Kemp non interpreta sul palcoscenico egli è. Ogni personaggio, ogni storia che porta sulla scena rappresenta una parte di sé o il desiderio di essere quel qualcuno. «I personaggi che interpreto sono i personaggi che io sono, o potrei essere, o vorrei essere. E con i quali mi identifico». Kemp omaggia il grande ballerino Nijinsky, in Frammenti dal diario di Vaslav Nijinsky, trasportandoci nei meandri della sua mente distorta, raccontandoci il genio e il folle Nijinsky in una onirica e drammatica danza.

Angel-Parma-Gobos-RHSulle note della Messa da Requiem di Verdi l’istrionico Kemp si trasfigura in un Angelo, né uomo né donna ma solo pacifico spirito finalmente in pace con se stesso che con il suo ampio e lungo velo che lo abbraccia trasferisce al pubblico la sua gioia. Due gli spettacoli nuovi; Mi Vida e la nuova versione de Le Femme en Rouge uniti a formare una sola storia sulle cui note danzano Maria Maccari e Ivan Ristallo, qui metafore della solitudine umana e della paura di un futuro già distrutto nella Parigi prossima alla guerra.

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In Kemp Dances ripropone se stesso in un’antologia delle sue creazioni con uno sguardo volto al presente, a quello che ora è l’uomo Lindsay Kemp. La sola sua presenza scenica fa vibrare la sala di un’energia che parte dal suo spirito e diviene gesto, emozione. Dagli anni ’60, quando formò la Lindsay Kemp Company, divenne portatore di una sua personale, poi diventata unica, idea del teatro legato alla danza, al melodramma, al teatro kabuki giapponese. Assieme a Pina Bausch ha rivoluzionato l’idea di teatro-danza, unendosi spesso alla cultura pop e underground inglese avvicinando personalità quali David Bowie, Peter Gabriel, Mick Jagger e artisti quali Ken Russell e Federico Fellini. Kemp trascende generi e categorie dell’arte mescolandoli tra loro al fine di creare opere ibride e nuove.

 

Le invenzioni e le reincarnazioni del suo ultimo spettacolo sono mosse dalla stessa ideologia, dagli stessi principi ma l’energia, la potenza delle idee che in tempi lontani hanno stupito, spiazzato, smosso le coscienze ed emozionato gli spettatori oggi divengono brevi carezze e deboli strette al cuore. Kemp rimane un grande genio, un grande artista cosciente di esserlo e armato di una modestia e saggezza pari alla sua grandezza che speriamo rinascerà nel suo prossimo lavoro, una trasposizione del Nosferatu.

 

Silvia Petrella

Silvia Petrella

Silvia Petrella

Appassionata di arte. Laureata in lettere, con indirizzo cultura teatrale, presso l'università Aldo Moro di Bari e naturalizzata romana, dove sta proseguendo gli studi presso il DAMS con indirizzo cinema, televisione e produzione multimediale, collabora con più riviste scrivendo di cinema e teatro. Porta avanti un percorso nello yoga che è diventato una filosofia di vita all'insegna dell'equilibrio tra la mente e il corpo. "Mens sana in corpore sano"