Ninfa: un posto magico a due passi da Roma

Ninfa: un posto magico a due passi da Roma

Il Giardino di Ninfa è sicuramente uno dei luoghi più magici del Lazio. Situato in provincia di Latina, nel cuore del territorio pontino, è un esperimento tra i più riusciti di giardino all’inglese.

Ma andiamo con ordine e studiamo quali sono le origini di questa oasi. Il nome della città, Ninfa, risale alla antica presenza di un tempietto romano dedicato alle Ninfe Naiadi. Già a partire dall’VIII secolo, quando si trovava sotto il controllo pontificio, la città assunse un ruolo strategico fondamentale: circondata da paludi, era infatti uno dei pochi punti di collegamento tra Roma e le regioni del Sud, trovandosi a due passi dalla via Pedemontana. Così, con l’imposizione di un ingente dazio, iniziarono le fortune degli abitanti. Dal XIII Foto 003secolo Ninfa passa sotto la proprietà dei Caetani. In particolare Pietro Caetani vi si stabilì e costruì il proprio palazzo baronale, ampliando le mura cittadine e completando altre importanti costruzioni. Intorno alle mura della città si alternavano oltre 10 chiese, di cui oggi restano i ruderi di San Biagio (patrono di Ninfa), San Pietro Fuori le Mura, San Giovanni, San Salvatore e Santa Maria Maggiore.

Non passano cento anni però che le guerre intestine alla famiglia Caetani provocano la decadenza dei possedimenti nella pianura pontina, fino al saccheggio della cittadella avvenuto nel 1382 da parte di Onorato Caetani.

Siamo alla fine del XIV secolo, e da lì la città non sarà mai più ricostruita. Secoli di abbandono non ne offuscano però la fama: nel Settecento e nell’Ottocento molti visitatori sono attratti dalle rovine di quella che Gregorovius definì “la Pompei del Medioevo”. Finchè, agli albori del Novecento, la famiglia Caetani decide di restituire splendore a questa loro proprietà. Ada Bootle Wilbraham, moglie di Onoraro Caetani, pensò di costruirvi un giardino in stile anglosassone, provvedendo alla bonifica delle zone limitrofe e al restauro di alcune rovine, tra cui il palazzo baronale, che divenne la dimora di campagna della famiglia. Dopo di lei, Marguerite Chapin, moglie di Roffredo Caetani, completò l’opera aprendo le porte di uno dei giardini più belli di Europa a visitatori, nobili e studiosi che qui trovavano fonte di ispirazione.

Foto 006Ma cosa trova il visitatore di così magico nel Giardino di Ninfa? Dicevamo un giardino all’inglese, quindi uno spazio molto più “anarchico” dei classici giardini all’italiana. Questi ultimi infatti sono caratterizzati dalla presenza di essenze arboree tipicamente mediterranee, sistemate in modo razionale ed intervallate da statue ed architetture neoclassiche (Villa D’Este ne è un esempio straordinario). I giardini all’inglese invece danno ampio spazio all’acqua, lasciata scorrere secondo il suo corso naturale senza cascate e deviazioni; alle rovine neoclassiche si sostituiscono le rovine medievali e la presenza di essenze arboree provenienti da ogni parte del mondo.

Tutto ciò si trova a Ninfa: le acque del fiume scorrono placide, e ai Foto 008lecci, ai cipressi e ai faggi si alternano ciliegi, banani e addirittura canne di bambù provenienti da fuori Europa. Queste piante così diverse tra di loro possono convivere grazie ad un microclima unico creato dai Monti Lepini ad est che tutelano l’area dalle correnti fredde di montagna, e dalla vicinanza del mare ad ovest. Meravigliosa l’armonia che c’è tra le essenze arboree e i ruderi della antica città di Ninfa, tipicamente medievali, che danno un fascino magico e quasi spettrale al luogo.

Insomma, un appuntamento davvero da non perdere. Per le prenotazioni vi rimandiamo al sito della Fondazione Caetani, specificando che, data la complessità del microclima da tutelare, il giardino è visitabile soltanto di domenica da aprile a novembre.

Elio Tomassetti

Elio Tomassetti

Elio Tomassetti

Direttore della testata e giornalista dal 2010, dopo la laurea in Giurisprudenza mi sono sempre occupato di comunicazione soprattutto nei settori socio-culturali. Contatto: eliotomassetti1988@gmail.com