A Roma: BANKSY A VISUAL PROTEST

A Roma: BANKSY A VISUAL PROTEST

Dall’8 settembre 2020 all’11 aprile 2021 a Roma: BANKSY A VISUAL PROTEST

 

La mostra

Immagina una città in cui i graffiti non fossero illegali, una città in cui tutti potessero disegnare dove vogliono. Dove ogni strada fosse inondata di miriadi di colori e brevi espressioni. Dove aspettare in piedi l’autobus alla fermata non fosse mai noioso. Una città che desse l’impressione di una festa aperta a tutti, non solo agli agenti immobiliari e ai magnati del business. Immagina una città così e scostati dal muro – la vernice è fresca.

Ci vuole del fegato, e anche tanto, per levarsi in piedi da perfetti sconosciuti in una democrazia occidentale e invocare cose in cui nessuno altro crede come la pace, la giustizia e la libertà.

 

Oltre 100 opere, in un percorso espositivo rigoroso, raccontano il mondo di Banksy. All’interno dell’architettura cinquecentesca del Chiostro del Bramante, a Roma, trova spazio l’artista “sconosciuto” che ha conquistato il mondo grazie a opere intrise di ironia, denuncia, politica, intelligenza, protesta.

 

Da Love is in the Air a Girl with Balloon; da Queen Vic a Napalm, da Toxic Mary a HMV, dalle stampe per Barely Legal, una delle più note mostre realizzate, ai progetti discografici per le copertine di vinili e CD.

 

Facevo proprio schifo con la bomboletta, così ho cominciato a ritagliare stencil, dalle parole di Banksy l’indicazione sulla tecnica da lui più utilizzata. In mostra, grazie allo stencil: stampe su  carta o tela, insieme a una selezione di opere uniche realizzate con tecniche diverse dall’olio o dall’acrilico su tela allo spray su tela, dallo stencil su metallo o su cemento ad alcune sculture di resina polimerica dipinta o di bronzo verniciato.

Il percorso espositivo percorre, anche comprendendo più di 20 progetti per copertine di dischi e libri, un arco temporale dal 2001 al 2017. Tutte le opere provengono da collezioni private.

 

Con questo nuovo progetto espositivo DART – Chiostro del Bramante prosegue il suo impegno nel raccontare al pubblico l’arte attraverso i protagonisti; dopo il successo di Bacon, Freud, la Scuola di Londra, realizzata grazie alla collaborazione di Tate, ora è il turno di Banksy.

 

I “muri” progettati da Donato Bramante intorno al 1500 ospitano le idee, i segni, i messaggi lanciati dall’artista ignoto più famoso del mondo, su tanti muri, in tante città. Solo in apparenza una contraddizione perché il Chiostro ha dimostrato, in questi anni, una grande apertura verso i linguaggi più diversi della contemporaneità.

 

 

chi è Banksy?

Non so perché le persone siano così entusiaste di rendere pubblici i dettagli della vita privata: l’invisibilità è un superpotere.

 

Presumibilmente nato a Bristol all’inizio degli anni Settanta, Banksy è considerato uno dei maggiori esponenti della street art ed è stato inserito nel 2019 da ArtReview al quattordicesimo posto nella classifica delle cento personalità più influenti nel mondo dell’arte. Ma nessuno, a parte i suoi amici e i suoi collaboratori più stretti, conosce la sua identità.

 

Quello che sappiamo è che si è formato nella scena underground di Bristol, dove ha collaborato con diversi artisti e musicisti e che la sua produzione artistica è iniziata a fine anni Novanta. Da questo momento in poi, ha iniziato a invadere numerose città, da Bristol a Londra, a New York, a Gerusalemme fino a Venezia con graffiti e varie performance e incursioni.

 

L’anonimato

Non ho il minimo interesse a rivelare la mia identità. Ci sono già abbastanza stronzi pieni di sé che cercano di schiaffarvi il loro brutto muso davanti.

 

La scelta di rimanere nell’anonimato nasce da un insieme di esigenze: la necessità di sfuggire alla polizia, data la realizzazione di incursioni e di graffiti illegali; tutelarsi considerando lo sfondo satirico delle sue opere che trattano argomenti sensibili come la politica e l‘etica; il desiderio di non inquinare la percezione della sua identità e delle sue opere, come afferma l’artista stesso.

 

Il pubblico

L’arte è diversa dalle altre forme di cultura, dal momento che non è il pubblico a decretarne il successo. Gli spettatori riempiono le sale dei concerti e dei cinema ogni giorno, leggiamo romanzi a milioni e compriamo dischi a miliardi. Siamo noi, la gente, a influire sulla produzione e la qualità di gran parte della cultura, ma non su quelle dell’arte.

 

L’Arte che ammiriamo è il prodotto di una casta. Un manipolo di pochi che creano, promuovono, acquistano, espongono e decretano il successo dell’Arte. Quelli che hanno voce in capitolo saranno non più di qualche centinaio. Quando si visita una galleria d’arte si è solo dei turisti che osservano la vetrinetta dei trofei di qualche milionario.

 

Quella di Banksy è una comunicazione diretta, nel rifiuto del sistema e delle regole, l’artista si rivolge al suo pubblico senza filtri, le sue opere sono testi visivi capaci di informare e di far riflettere.

 

I temi

Esistono senza il consenso di nessuno. Sono odiati, braccati e perseguitati. Vivono in silenziosa disperazione tra il sudiciume. E tuttavia sono in grado di mettere in ginocchio intere civiltà. Se sei sporco, insignificante e senza amore, allora i ratti saranno il tuo modello.

 

La guerra, la ricchezza e la povertà, gli animali, la globalizzazione, il consumismo, la politica, il potere, l’ecologia, i temi che Banksy affronta sono i temi del mondo.

 

La fama

Se vuoi che la gente ignori qualcuno, costruisci una statua di bronzo in dimensioni reali che lo raffiguri e piazza il monumento in mezzo a una città. Non importa quanto tu sia stato grande, ci vorrà sempre un ubriaco per nulla divertente ma con delle doti alpinistiche per far sì che la gente si accorga di te.

 

 

L’impegno

Solo quando l’ultimo albero sarà abbattuto e l’ultimo fiume si sarà prosciugato l’uomo capirà finalmente che non possiamo mangiare i soldi e che chi recita vecchi proverbi fa la figura dello scemo.

 

La tecnica

I graffiti sono stati utilizzati per dare inizio a rivoluzioni, fermare le guerre e sono la voce delle persone inascoltate.

 

La tv ha fatto sembrare inutile andare a teatro, la fotografia ha praticamente annientato la pittura, mentre i graffiti sono stati gloriosamente risparmiati dal progresso.

 

Autenticità

Un piccolo topo con grembiule e ramazza introduce le 5 sezioni del sito pestcontroloffice.com

What Is Pest Control? Authentication for Prints Authentication for Art

Change of Ownership Requests Join Mailing List

 

Pest Control, dal 2009, è l’ente ufficiale in grado di autentificare le opere di Banksy. Pest Control certifica solo i pezzi prodotti per la vendita, quindi non le opere street art, non essendo state concepite per il mercato (salvo alcune eccezioni). Sul documento di autenticazione è spillata la metà di una banconota da 10 sterline che riporta l’effige di Lady Diana. La banconota ha un numero di identificazione scritto a mano che corrisponde al numero presente sull’altra metà, che rimane alla Pest Control; un falso che serve a dimostrare che si possiede l’originale. Pest Control ha ottenuto risultati radicali nella “pulizia” del mercato ma, allo stesso tempo, ha fatto infuriare quanti possiedono opere di Banksy indubbiamente autentiche ma che, per varie ragioni, l’artista si rifiuta di autenticare. Pest Control è di proprietà della Pictures on Walls (POW), prima società di Banksy fondata nel 2003. Le azioni di street art vengono autentificate tramite il sito banksy.co.uk e l’account instagram @banksy.

 

Le più recenti apparizioni

2020, Bristol: una bambina punta verso l’alto la sua fionda e ciò che colpisce si trasforma in una cascata di foglie e fiori rossi. in God bless Birmingham, questo l’intervento apparso in occasione di San Valentino e vandalizzato qualche giorno più tardi.

 

2019, Birmingham: in God bless Birmingham protagonista è la panchina su cui vive un homeless. “Nei 20 minuti in cui abbiamo girato queste immagini, dei passanti gli hanno donato una bevanda calda e degli snack”, ha scritto l’artista sul suo account Instagram per presentare la creazione.

 

2019, Londra: GrossDomesticProduct è un negozio aperto per risolvere una contesa legale su una questione di copyright. Uno showroom legato a uno shop online omonimo in cui acquistare i prodotti.

 

2019, Venezia: un Naufrago Bambino, parzialmente coperto dall’acqua del canale, indossa un giubbotto di salvataggio e alza verso il cielo un razzo segnaletico che emana un fumo denso e rosa.

 

2019, Venezia: nella performance Venice in oil, un pittore ambulante espone nove tele a olio che rappresentano una nave da crociera che blocca la vista dei monumenti della città. Viene allontanato dalla Polizia Municipale poiché sprovvisto di regolare licenza.

 

 

 

2019, Londra: British Museum espone Di-faced Tenner, una banconota falsa da 10 sterline che ritrae Lady Diana, principessa del Galles, al posto del volto della regina ed è stata acquisita dal museo per la sua collezione di monete, medaglie e altre valute.

 

2018, Port Talbot: due punti di vista per lo stesso soggetto. Un bambino che, sotto a una nevicata, cerca di afferrare i fiocchi con la lingua, oppure, girando l’angolo, la cenere che arriva da un cassonetto in fiamme.

 

2018, Londra: Girl with a Balloon, appena battuta all’asta per 1 milione di sterline, si autodistrugge grazie a un meccanismo inserito nella cornice.

 

2018, Parigi: sulla porta di un’uscita di sicurezza del Bataclan viene disegnata una donna in lutto. La porta sarà rubata nel gennaio 2019.

 

2018, Parigi: vicino a un ex centro di identificazione per rifugiati appare una ragazza che dipinge sopra una svastica.

 

2018, New York: un murale di oltre dieci metri raffigura l’artista curda Zehra Dogan imprigionata in Turchia.

 

BANKSY A VISUAL PROTEST

mostra organizzata da

DART – Chiostro del Bramante

 

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Redazione Nèa Polis

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