Roma regina aquarum: l’acqua e il suo legame con la Città.

Roma regina aquarum: l’acqua e il suo legame con la Città.

 

NeaPolis Roma offre visite di gruppo nei luoghi più suggestivi di Roma per gruppi, coppie, singoli. Per informazioni clicca qui

Roma regina aquarum: l’acqua e il suo legame indissolubile con la Città.

Quante volte spinti dalla sete, sotto la canicola estiva, nel cercare una piccola fontana ci siamo
resi conto che a Roma basta percorrere qualche metro per trovarsene una davanti? Quante volte
ho benedetto questa città ricca di contraddizioni imbattendomi in quelle piccole fontanelle in ghisa
con il rubinetto in ferro simile ad un naso ricurvo, meglio note come nasoni (qui un approfondimento).

Per non parlare poi delle numerose fontane monumentali che adornano le piazze gremite di visitatori che da sempre catturano la loro attenzione e ammirazione. E penso alle parole del poeta
inglese Percy B. Shelley il quale scrisse che “bastano le fontane per giustificare un viaggio a
Roma” che sebbene si riferisse alla magnificenza artistica delle stesse piuttosto che al loro ruolo
sociale può essere comunque utilizzata a conferma dell’importanza dell’acqua per Roma e di
quanto il suo scenografico utilizzo risuonasse nell’immaginario dei visitatori.

Roma regina aquarum acquedottiA Roma l’acqua è stata da sempre uno degli elementi più importanti, e il loro legame è indissolubile sin dalla sua fondazione, la cui storia è strettamente connessa al Tevere. Infatti, secondo la leggenda, le acque del Tevere salvarono Romolo e Remo conducendoli placidamente
verso la lupa e nella sua valle si sviluppò il primo nucleo originario della città. Il fiume e le sue acque, venerati come divinità (Pater Tiberinus) furono sufficienti a dissetare per oltre quattro secoli una città in continua espansione.

La realizzazione di ben undici acquedotti, nell’arco di cinque secoli a partire dal 312 a.C., portò alla città una disponibilità d’acqua pro-capite pari a circa il doppio di quella attuale, distribuita tra le case private (ma solo per pochi privilegiati), le numerose fontane pubbliche (circa 1300), le fontane monumentali (15), le piscine (circa 900) e le terme pubbliche (11), nonchè i bacini utilizzati per gli spettacoli come le naumachiae (2) e i laghi artificiali (3). Tale abbondanza di acqua valse a Roma l’epiteto di Regina aquarum, ovvero regina delle acque.

acquarioli Roma regina aquarum

Durante tutto il Medioevo, dopo l’assedio dei Goti (476 d.C.) che tagliarono gli acquedotti in modo da assetare la città, l’esigua popolazione rimasta tornò ad approvvigionarsi all’acqua del Tevere. I cosiddetti acquari o acquarioli, prelevavano l’acqua all’altezza di Ponte Milvio filtrandola e riempendo barili e coppelle, la caricavano su asini o muli e la portavano in giro per la città o a domicilio, vendendola. L’acqua del Tevere, a differenza di quel che potremmo pensare oggi, era ritenuta buonissima e salubre.

Testimonianza illustre quella di quando Papa Clemente VII Medici si recò solennemente a Marsiglia nel 1533 dal Duca d’Orleans, portando con sé una quantità d’acqua del Tevere che potesse bastargli fino al suo ritorno, per non essere costretto a berne altra peggiore.

A partire dal XVI secolo, su iniziativa dei papi, l’acqua a Roma ritorna a sgorgare ed è centrale
nel riarredo urbanistico ed architettonico della città. Vengono ripristinati i vecchi acquedotti e
costruiti dei nuovi dotando nuovamente la città di abbondanti risorse idriche. L’acqua divenne così
la materia prima per la fantasia di scultori ed architetti e tornò a risuonare in nuove fontane,
vasche, mostre, fontanili, fontanelle e abbeveratoi, e in una sorta di gara tra pontefici, divenne le
più suggestiva celebrazione del potere papale.

Roma e le acque: le fontanelle rionaliFu poi negli anni ’20 del secolo scorso che comparvero le cosiddette fontanelle rionali (potete conoscerle meglio in un altro nostro articolo). Realizzate dall’architetto Pietro Lombardi per volere di Mussolini, risultano delle piccole opere d’arte. Ogni fontana ricorda i simboli e le peculiarità del rione ove è collocata.

Nello storico connubio tra Roma e l’acqua vanno menzionati gli oltre duemila nasoni, nati nel 1874 per iniziativa dell’assessore Rinazzi che ne fece istallare una ventina, i quali rimasti pressochè inalterati per quasi centocinquant’anni oltre a svolgere la loro funzione dissetante rappresentano un elemento peculiare dell’arredo urbano di Roma.

Per gli amanti dell’acqua minerale il territorio di Roma è tutt’oggi pieno di sorgenti naturali e offre un metodo a chilometri zero per bere acqua in modo sostenibile ed economico. Rinomate sono le sue proprietà diuretiche e digestive nonchè la sua particolare durezza prevalentemente dovuta a calcio e magnesio che svolge un effetto protettivo nei confronti di patologie cardiovascolari.

E l’acqua che sgorga dai rubinetti di casa? Secondo una ricerca condotta da Altroconsumo sulle
acque potabili e casalinghe che ha coinvolto 35 città, l’acqua di rubinetto di Roma è buona e sicura
risultando una delle migliori d’Italia.

Gian Lorenzo Antonucci

Avatar

Redazione Nèa Polis

Potete contattarci alla mail redazione@neapolisroma.it