L’espansione della “romanità”: le strade romane
L’espansione della “romanità”: le strade romane
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Insieme allo sviluppo urbano l’altro grande aspetto dell’espansione della “romanità”, fu sicuramente quello legato alla costruzione del primo vero sistema stradale pubblico su larga scala del mondo antico. Questo sistema viario iniziò a svilupparsi massicciamente proprio nella fase repubblicana di Roma.
Fu il ruolo originario di potenza terrestre a definire Roma come Stato creatore di strade in un tempo in cui gli Stati greci e le potenze rivierasche del Mediterraneo si caratterizzavano invece con le vie d’acqua…[1] .
Se nell’Italia preromana esistevano dei limitati sistemi stradali nelle zone urbanizzate, legate al controllo etrusco e greco, questi erano principalmente composti da piste e sentieri battuti.
Con l’affermarsi del controllo romano, invece tali percorsi divennero sempre più stabili e permanenti proprio per permettere un più rapido e sicuro movimento delle legioni romane nei nuovi territori della Repubblica.
Si può tranquillamente affermare che le strade romane rappresentano il miglior metro di misurazione, geografica e politica, dell’espansione dell’influenza di Roma, sia nella penisola italiana sia nell’intero mondo antico. Infatti tale sviluppo fu sicuramente possibile grazie ad un formidabile sistema viario, frutto della tecnologia più avanzata dell’epoca, che rese le strade romane fondamentali per la crescita in generale dell’intero stato. Oggi molti dei nostri moderni tracciati stradali riprendono le antiche vie romane.
La prima strada romana “munita” fu la via Appia che collegò Roma a Capua. Costruita alla fine del IV secolo a.C., per volere del censore Appio Claudio Cieco, fu la prima strada romana completamente attrezzata: cioè massicciata, lastricata e larga 3 metri per permettere il doppio senso di marcia di 2 carri e con canali di scolo ai suoi lati. Successivamente con il suo prolungamento, fino all’odierna Brindisi, la via Appia venne qualificata come la “regina viarum”.
Dal III secolo a.C. in poi, si ebbe una vera e propria politica di costruzione stradale in tutta la penisola. Si svilupparono diverse tipologie di strade: quelle principali, come la via Appia, dette “viae publicae” e strade minori, dette “viae vicinales”. Le altre strade principali che formarono l’arteria delle vie di comunicazioni romane furono: la via Flaminia costruita nel 220 a.C., che collegò Roma all’odierna Rimini, la via Valeria che collegò Roma all’odierna Piacenza, la via Aurelia (Roma-Pisa), la via Clodia, la via Cassia, la via Postumia, la via Popillia (Capua-Reggio Calabria) e in fine via la Emilia costruita nel 188 a.C.
Lungo queste importanti vie di comunicazioni, anche se inizialmente costruite per scopi militari, nacquero nuove città e rotte commerciali oltre che collegare quelle già esistenti. Lo sviluppo e la diffusione della romanità, prima in Italia e poi nel mondo antico, passò sicuramente per le strade che furono un vero e proprio mezzo di dominazione e allo stesso tempo uno strumento fondamentale per l’espansione politica, economica e culturale di Roma.
Aldo Doninelli
[1] Aurelio Bernardi, Mario Attilio Levi, La Storia VOL.3 Roma… cit, pg. 641.