Munch. Il grido interiore: un viaggio tra luce, ombra e anima a Roma fino al 2 giugno

Roma accoglie uno degli appuntamenti artistici più attesi fino al 2 giugno 2025, Palazzo Bonaparte ospita“Munch. Il grido interiore” , una mostra che celebra la profondità emotiva e la genialità visionaria di Edvard Munch , uno dei padri fondatori dell’arte moderna.
Un dialogo tra arte e psiche
Quello che rende questa mostra particolarmente originale non è solo la qualità delle opere esposte – tra cui capolavori come Il grido , Malinconia , Le ragazze sul ponte e La morte nella stanza malata – ma la volontà di raccontare l’anima di Munch attraverso le sue stesse creazioni.
L’esposizione si propone infatti come un vero e proprio viaggio nell’inconscio, dove ogni sala funge da capitolo in una narrazione intima e universale. Le opere sono disposte in ordine non cronologico, bensì tematico ed emotivo , affinché lo spettatore possa immergersi nelle molteplici sfaccettature del sentire umano.
Come ha sottolineato la curatrice: “Questa mostra non vuole essere solo un’esposizione di quadri, ma un’esperienza sensoriale ed emotiva. Vogliamo che il pubblico non si limiti ad ammirare Munch, ma che lo incontri.”
Luce e ombra: due piani, due anime
Un elemento distintivo dell’allestimento è la divisione su due livelli . Ogni piano racconta una parte diversa dell’universo munchiano:
- Al primo piano , l’ambiente è avvolto da luci soffuse e atmosfere cupamente poetiche. Qui troviamo i dipinti legati al dolore, alla perdita, all’angoscia esistenziale. Tra questi, La morte nella stanza malata diventa quasi un autoritratto spirituale, mentre Malinconia evoca una tensione emotiva palpabile, con figure contorte e paesaggi distorti.
- Al secondo piano , la luce cambia: entra quella naturale e con essa un senso di serenità. Le opere qui esposte, come Le ragazze sul ponte e Notte stellata , rivelano un Munch meno noto, contemplativo, in cerca di pace e redenzione. Nonostante la bellezza apparente, però, anche queste immagini celano una profonda introspezione, una quiete carica di significati nascosti.
Il colore come linguaggio dell’anima
Se c’è qualcosa che distingue Munch dagli artisti del suo tempo è il modo in cui utilizza il colore non come semplice strumento decorativo, ma come mezzo per comunicare stati d’animo . Le sue tonalità vibranti, i contrasti improvvisi, le pennellate nervose raccontano ciò che le parole non riescono a esprimere.
In Il grido , forse il suo lavoro più celebre, il cielo rosso fiamma sembra urlare insieme al protagonista, trasformando il paesaggio in un’estensione dell’anima. In questo senso, Munch non dipinge la realtà così com’è, ma come la sente , anticipando di decenni il linguaggio dell’arte astratta e informale.
Perché questa mostra è unica
“Munch. Il grido interiore” non è solo una retrospettiva, ma una vera e propria riflessione sulla condizione umana . In un momento storico segnato da incertezze, isolamento e ricerca di senso, l’arte di Munch torna a parlare con voce potente e delicata al contempo.
L’esposizione romana offre inoltre una selezione inedita di opere provenienti direttamente da Oslo, alcune delle quali mai esposte prima in Italia. Questo fa della mostra un evento imperdibile non solo per gli appassionati d’arte, ma per chiunque voglia intraprendere un percorso di riflessione personale attraverso la bellezza.
Informazioni utili
- Dove: Palazzo Bonaparte, Roma
- Quando: 11 febbraio – 2 giugno 2025
- Curatrice: Patricia G. Berman
- Biglietti: disponibili online e in loco (previste visite guidate e percorsi tematici)
- Catalogo: edito da Skira, con testi critici e approfondimenti inediti
“Munch. Il grido interiore” è molto più di una mostra d’arte. È un invito a guardarsi dentro, a confrontarsi con le emozioni che spesso teniamo nascoste, a scoprire come l’arte può aiutarci a comprendere noi stessi e gli altri. A Roma, tra le sale di Palazzo Bonaparte, Edvard Munch torna a parlare – e questa volta, forse, saremo davvero pronti ad ascoltarlo.
Riferimenti: https://www.mostrepalazzobonaparte.it/mostra-munch.php