Hollywood piange l’icona di Star Trek: Leonard Nimoy muore all’età di 83 anni

Hollywood piange l’icona di Star Trek: Leonard Nimoy muore all’età di 83 anni

Dopo una lunga malattia si è spento oggi l’ottantatreenne Leonard Nimoy, passato alla storia per il ruolo del vulcaniano Spok in Star Trek. Sebbene avesse da quasi trent’anni smesso di fumare, da tempo l’attore soffriva di broncopneumatopatia, una patologia cronica ai polmoni, motivo per il quale era stato ricoverato durante la settimana d’urgenza, salvo poi essere dimesso, finendo i suoi giorni della sua villa a Bel Air, Los Angeles.

Nato a Boston da genitori di origine ucraina e religione ebraica, Leonard Nimoy era un personaggio eclettico, che spaziava dall’essere regista ad attore, dallo scrittore al musicista. Studiò fotografia all’Università della California, per poi dedicarsi a Scienze dell’Educazione. La sua carriera di attore iniziò a teatro a soli otto anni, partecipando in seguito con ruoli di secondo piano ad oltre cinquanta serie televisive, tra cui Ai confini della realtà, fino alla sua consacrazione nel 1966, quando entrò nel cast della storica serie di Star Trek.

Dopo essersi ritirato dalle scene nel 2010, per poi tornare in brevi camei di serie di successo, la sua ultima apparizione risale al 2013 con il film Star Trek: into darkness.

Dal suo profilo Twitter il mese scorso l’attore scriveva “LLAP”, acronimo per la sua celebre frase in Star Trek, “Live Long and Prosper”, mentre esortava i suoi fans a non  fumare, perchè lui per primo, si era da anni pentitio di quel suo vizio. 

Appena appresa la notizia, fans e amici hanno colto come il suo ultimo testamento queste parole, usando i vari social media per esprimere il loro rammarico per la scomparsa di un personaggio ormai nell’immaginario di almeno tre generazioni.

Anche George Takei e William Shatner, co-stars di lunga data di Nimoy in Star Trek, hanno condiviso pubblicamente i propri saluti all’amico e collega. In particolare Shatner scrive: “Gli volevo bene come un fratello. Ci mancherà il suo humor, il suo talento e la sua capacità di amare.”

In un’intervista all’Hollywood reporter George Takei descrive invece così Leonard Nimoy: “La parola “straordinario” è spesso abusata, ma credo che fosse davvero appropriata per Leonard. Era un uomo di straordinario talento, ma soprattutto era un uomo davvero decoroso. Le sue passioni riguardavano sia la regia, che la recitazione e la fotografia. Era un uomo sensibile e riflessivo, uno degli attori più attenti e analitici che abbia mai conosciuto. Capiva di cosa aveva bisogno una scena immediatamente ed era in grado di guidare tutti, ecco perchè era anche un regista dotato.”

Un altro membro del vecchio cast di Star Trek, Patrick Stewart lo ricorda così:

“Ho appreso con profonda tristezza della scomparsa del mio collega e amico Leonard questa mattina. Sono stato fortunato a trascorrere del tempo con lui, davanti e dietro le telecamere, il suo impegno e la sua bravura sono fonte di ispirazione per la serie Star Trek: The Next Generation: il lavoro di Leonard non sarà dimenticato.”

Dal canto suo, anche il nuovo Spok di Star Trek, Zachary Quinto, ha voluto rende omaggio al suo grande predecessore postando una foto di Nimoy insieme su Instagram, seguita da un commosso commento:

“Il mio cuore è a pezzi. Ti voglio bene amico mio e sentirò la tua mancanza ogni giorno. Possano gli angeli in cielo cantare in tuo onore.”

Eugene Roddenberry, figlio del creatore di Star Trek Gene Roddenberry, ricorda così l’impatto dell’attore scomparso sulla sua vita:

“La sua morte è una perdita immensa per tutti noi. Mi auguro soltanto che in questo difficile momento possiamo trarre conforto dall’indimenticabile impatto di Leonard sulle nostre vite. Come Spock, Leonard ha rappresentato un oustsider che ci fa vedere realmente chi siamo. Il talento di Leonard Nomoy ha permesso a milioni di noi di imparare di più su chi siamo e chi vogliamo essere. Lo ringrazierò per sempre per ciò che ha fatto.

Anche Rabbi Marvin Hier, fondatore e decano del Simon Wiesenthal Center, organizzazione mondiale sulla storia del razzismo e dell’Olocausto e che promuove la dignità e i diritti umani, dedica a Nimoy delle sentite parole in omaggio alla  sua collaborazione nel corso degli anni:

“Leonard Limoy non era soltanto un attore di talento, ma un uomo rispettabile. Si è sempre reso disponibile a prestare la sua voce al Simon Wiesenthal Center per raccontare i nostri documentati. Nel 2014, quando abbiamo avuto bisogno della voce per il Primo Ministro Israeliano, Levi Eshkol nel documentario The Prime Ministers, Leonard si è proposto con entusiasmo per partecipare al progetto, mettendo in mostra il suo impeccabile accento Yiddish. Ci mancherà profondamente.”

“Prima che essere nerd fosse figo, c’era Leonard Nimoy #LLAP.”: il tweet di Barak Obama

Sebbene reso celebre dal personaggio vulcaniano che gli valse tre candidature agli Emmy Awards e numerosissime partecipazioni a diverse serie e film, tra cui i cameo vocali in Transformers 3 e Big Bang Theory, in cui veniva spesso citato (non dimentichiamo che SHeldon ha il suo DNA e potrebbe creare il suo Leonard Nimoy personale), Nimoy era un artista completo e un valido fotografo.

Nel 2007, dopo diverse gallerie decidate alle donne, a Nimoy fu richiesto da una formosa donna di mezza età di fotografarla insieme a delle amiche: fu l’inizio del progetto “The Full Body Project”, dove rappresentava forme e misure del corpo femminile, nella convinzione che ciascuna donna meritasse di sentirsi bene con se stessa e il proprio corpo, al di là dei falsi stereotipi proposti dalla società.

Nella galleria, le immagini della sua mostra, per ricordare un uomo che, nella fantascienza della Hollywood che lo aveva accolto, nel suo mondo irreale fatto di apparenti perfezioni, riusciva suo malgrado, a comprendere ancora quanto bella fosse invece la realtà della vita.

 

Alessia Agostinelli

Alessia Agostinelli

Alessia Agostinelli

Laureata in filosofia e amante del cinema e della letteratura, sempre in giro per il mondo all'inseguimento dell'unico, grande sogno: la scrittura. Letteratura dell'800, film degli anni '90 e Filosofia di ogni tempo sono da sempre i miei compagni più fedeli.