Viaggio nell’arcipelago delle Isole Pontine

Viaggio nell’arcipelago delle Isole Pontine

Un viaggio mozzafiato nella storia e nella natura

Affacciandoci sul golfo​ di Gaetanon possiamo che ammirare sei splendide isole: le isole Pontine (o Ponziane).

L’arcipelago si trova in provincia di Latina e riprende il nome dall’isola maggiore, Ponza. Ogni isola è diversa dall’altra sia per storia che per configurazione: famose per le acque cristalline e per la natura selvaggia, colorate da piccoli paesi che le popolano, hanno tutte un comune denominatore, ovvero l’origine vulcanica.

Le sei isole sono divise in due gruppi: ​Ponza​ (comune), ​Palmarola​,​ Zannone​ e ​Gavi ​(queste ultime tre fanno parte del ​Parco Nazionale del Circeo​) a nord-ovest; ​Ventotene ​(comune) e Santo Stefanoa sud-est.

Isola di Ponza:

L’isola di​ Ponza ​è la più grande dell’arcipelago, si estende per otto chilometri quadrati in cui si alternano spiagge rocciose e sabbiose, calette e mare incontaminato. L’isola è di origine vulcanica ed è facilmente riconoscibile dai numerosi crateri che, riempiendosi d’acqua, si sono trasformati in vere e proprie piscine naturali. Questo è il caso della località Le Forna​, molto apprezzata durante il periodo estivo. Vi sono tantissime spiagge, a volte raggiungibili solo con un gozzo, che è possibile affittare al porto e che serve per circumnavigare l’isola raggiungendo anche grotte ancora selvagge e incontaminate.

Le spiagge più belle da vedere sono: ​La Caletta, Cala Feola, Cala Fonte, Cala dell’Acqua, Spiaggia del Frontone, Cala Cecata​ e ​Cala Gaetano. Non da meno è anche l’ambiente subacqueo: per chi è amante dei fondali, Ponza offre svariate profondità interessanti:

  • Le Formiche, che è popolata dalla gorgonia rossa (una particolarità di corallo), che dà rifugio alle cernie e le murene.
  • Punta della Madonna​, ideale per immersioni notturne, vicino al porto e abitata dal pesce ago “cavallino”.
  • Scoglio Rosso, anch’essa vicino al porto e di fronte le grotte di Ponzio Pilato; si racconta che proprio Pilato fu mandato a Ponza per sedare una rivolta e, siccome riuscì nell’intento, il Senato, al ritorno, gli conferì la carica di Governatore.

Oltre le spiagge e il mare cristallino, Ponza vanta una storia millenaria. Sin dal Neolitico è stata popolata dai ​Volsci ​che costruirono i primi centri abitati. Da quel momento in poi fu un continuo peregrinare di popoli: dai Romani,​che la utilizzarono come confino ma anche come villeggiatura, sino al regime fascista, che la usò come luogo di esilio, ma vi avviò anche un giacimento di bentonite che diede lavoro a circa 150 uomini; facendo ciò fu distrutta una delle più belle cale dell’isola, oggi visitabile, quella di ​Le Forna, già citata in precedenza.

Isola di Palmarola:

Chiamata anche la “forcina” a causa della sua forma, il suo vero nome è dovuto alla palma nana che cresceva sulla sua superficie (selvaticamente, unica palma europea). È​​ la terza isola per grandezza, ma è passata alla storia soprattutto per l’esilio e la morte di ​Papa Silverio​ – attuale santo e patrono, festeggiato il 20 giugno – sulla cui residenza sorge l’attuale Chiesa dedicata proprio al santo. Dotato di un grande fascino, il paesaggio naturalistico che la contraddistingue le ha conferito il titolo di “riserva naturale”, probabilmente una delle più belle al mondo. Anticamente le case-grotte di cui è provvista servivano come rifugio dalle scorrerie dei pirati.

Isola di Zannone:

Integralmente inserita all’interno del Parconazionale del Circeo​, l’isola di Zannone​ ​- la più settentrionale delle isole – è completamente salvaguardata e protetta da poco meno di un secolo. Conosciuta sin dai tempi dei greci come Sinonia​​, l’isola è sempre stata abitata in periodi estivi, molto probabilmente a causa della presenza di un faro situato a ​Capo Negro​. Successivamente il faro venne automatizzato, rendendo così non necessaria la presenza umana in questo territorio. Da allora – e ancora oggi – l’isola è abitata solamente dalle guardie forestali (durante i turni di lavoro, svolti in coppia), il cui scopo è proprio la salvaguardia della flora e della fauna tipiche dell’isola. Visitabile solamente durante il giorno, non possiede luoghi in cui è possibile il pernottamento.

Isola di Gavi:

Vicina all’isola di Ponza​​, esattamente a 120 metri a nord, si trova una delle isole pontine più “selvagge e naturali”: l’isola di Gavi​​. Nonostante faccia parte del comune di Ponza, quest’isola è di proprietà privata. Eppure, a viverla e a vederla, sembra che i veri proprietari siano i particolari animali che la abitano abitualmente: il gabbiano reale e il falco pellegrino. Geologicamente riprende molti aspetti dell’isola madre, presentando sulla sua superficie perlopiù scogli affioranti e coste frastagliate.

Isola di Ventotene:

Situata al confine tra le regioni Lazio e Campania, l’isola di Ventontene ​​appartiene geologicamente alle isole flegree (insieme a Ischia​​, Procida​​ e Vivara​​), ma geograficamente e amministrativamente al gruppo delle isole pontine. Conosciuta dai romani e dai greci col nome di ​Pandataria​ o ​Pandateria​, divenne famosa in quanto luogo dove l’imperatore ​Augusto esiliò la figlia Giulia​​, dove l’imperatore Tiberio ​​esiliò la nipote Agrippina ​​e dove, più tardi, l’imperatore ​Nerone​ esiliò la moglie ​Ottavia​. Oggi, di quel periodo, rimangono i resti dei famosi acquedotti e delle eleganti ville, dell’antico porto e delle vecchie pescherie che una volta abbellivano l’isola. Fu praticamente disabitata fino al 1771, quando, per decreto di Ferdinando IV ​di Napoli, fu popolata dai coloni provenienti principalmente da Torre del Greco e Ischia. Fu ancora terra d’esilio per antifascisti durante il ventennio. Se il fascino terrestre dell’isola ammalia, la flora e la fauna subacquea di questo territorio lasciano totalmente a bocca aperta.

Isola di Santo Stefano:

Insieme all’isola di cui abbiamo appena parlato, quella di ​Santo Stefano forma il duo di isole pontine situato a sud-est. Da sempre scarsamente abitata a causa delle sue scogliere ripide su cui era difficile un attracco, era precedentemente conosciuta con molti nomi, tra i quali: ​Partenope​,​ Palmosa​,​ Borca​, ​Dommo Stephane​. Anche oggi l’isola è praticamente disabitata ma, nonostante ciò, è possibile visitarla grazie e piccole imbarcazioni che vanno e vengono da Ventotene; l’unico edificio presente è il carcere, voluto da​ Ferdinando IV​ di Napoli: edificio circolare dotato di 99 celle risalente, per l’appunto, al periodo borbonico, e in uso fino al 1965. A causa dell’abbandono dell’isola da parte delle truppe borboniche, durante l’ottobre 1860, nacque la Repubblica di Santo Stefano, proprio a causa dell’auto-proclamazione da parte dei detenuti camorristi più noti che avevano approfittato della situazione per evadere. ​La comunità creò per sé uno statuto e si mantenne in vita con le proprie forze fino al gennaio del 1861, quando un contingente della Regia Marina arrivò sull’isola e ripristinò l’ordine, imprigionando i reclusi precedentemente evasi.

Tra i detenuti più celebri del penitenziario, tra metà Ottocento e inizi del Novecento furono senza dubbio: lo scrittore ​Luigi Settembrini​, l’anarchico ​Gaetano Bresci, il futuro presidente della Repubblica Sandro​ Pertini, il bandito​ Sante Pollastri​.

 

Articolo di Michele Mattei.

Fonte immagine: Pixabay

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Redazione Nèa Polis

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