Concluso VINÒFORUM 2019
Il successo dell’iniziativa
La storica manifestazione dedicata all’eccellenza enogastronomica si è conclusa domenica 23 giugno nell’area verde, di oltre 12.000 mq, situata all’interno del Parco Tor di Quinto, a solo pochi passi da Ponte Milvio e ha registrato un grande successo in termini di pubblico.
Presenti circa 500 cantine vitivinicole provenienti dall’Italia e dal Mondo, per un totale di oltre 2.500 etichette disponibili in degustazione. Decine i grandi chef e i maestri pizzaioli presenti durante tutto il corso della manifestazione.
L’ultimo week end
Un rush finale per le Cucine a Vista, i temporary restaurant di Vinòforum selezionati con la collaborazione di Luigi Cremona, che hanno offerto ancora una volta, a prezzi “pop”, il meglio delle tavole del Bel Paese.
Vinòforum Academy
Nell’area Vinòforum Academy si sono svolte le lezioni sul vino e quelle a tema olio extravergine d’oliva, curate dalla Evoo School Italia (scuola promossa da Coldiretti, Unaprol e Campagna Amica). Così come è stato possibile conoscere le diverse realtà gastronomiche d’eccellenza della manifestazione, dal caviale alla pasta, passando per la carne, i dolci e i gelati.
Alcune eccellenze – i laziali
Alcune eccellenze
Casata Mergè
Al confine tra Frascati e Monte Porzio Catone, in un’area climatica mediterranea, sorge l’Azienda Casata Mergè. Luogo ideale per la coltura di vitigni autoctoni ultracentenari, in una zona che gli antichi Romani elessero a luogo di villeggiatura per eccellenza, grazie al paesaggio, al clima e alla bontà del suo vino.
A fine 2017 Luca Maroni ha presentato la sua selezione di migliori vini italiani per il 2018.
Sul podio sono salite anche quattro aziende aderenti al Consorzio Tutela Denominazioni Vini Frascati tra cui Casata Mergè con il Frascati Superiore Docg Sesto 21 2016.
Alcune eccellenze
Casale del Giglio
«Per Antonio Santarelli Casale del Giglio era la tenuta di famiglia dove da bambino trascorreva i fine settimana e tentava poi le prime corse in motorino.
Ma, quando a venticinque anni inizia a collaborare in azienda con il padre Dino, avverte come quei terreni bonificati dell’Agro Pontino siano un’area vergine su cui poter tentare tutto il Nuovo possibile.
L’assenza di passato enologico diviene così lo stimolo determinante verso il massimo grado di libertà innovativa.
Chiama accanto a sé ampelografi e ricercatori universitari e nel 1985, con il padre Dino, dà vita a un progetto che pone a dimora sui suoi terreni quasi 60 diversi vitigni sperimentali.
Un’avventura complessa e rischiosa, mai tentata con questa scientificità, di cui diviene interprete l’enologo dell’azienda Paolo Tiefenthaler.
Avventura che ripaga però l’audacia con i primi importanti risultati sulle uve rosse Syrah e Petit Verdot e bianche come Sauvignon, Viognier e Petit Manseng, che danno vita a diverse etichette da monovitigno oppure da assemblaggio, sempre dall’interessante rapporto qualità-prezzo.
Il prodotto di punta è il Mater Matuta (Syrah più pennellata di Petit Verdot), vino di razza, fiero, concentrato, dal profumo carnoso e austero, dal colore rubino cupo e con profumi di frutti neri di bosco su complessa speziatura.
Sorprende l’Aphrodisium, un bianco dolce da uve raccolte tardivamente (Petit Manseng, Viognier, Greco e Fiano), di elegantissima bellezza.»*
* Tratto dalla Guida Ristoranti di Roma de “LA REPUBBLICA” a cura di Luciano Di Lello