Alla riscoperta della Tuscia

Le cascate di Fosso Castello ed il “Sentiero dei Giganti”

Quando parliamo di Tuscia a volte restiamo un po’ confusi, e secondo me è anche un po’ lecito: perché?

Innanzitutto era la terra degli antichi Etruschi, che popolavano i territori  delle attuali regioni della Toscana, dell’alto Lazio e della parte occidentale dell’Umbria fino al fiume Tevere, talmente bravi da far ingelosire i Romani, i quali, nel 396 a.c., decisero di conquistarli, ma questa è un’altra storia.

Tornando all’Etruria, furono proprio i Latini a chiamarla Tuscia e attualmente con tale termine viene identificato il territorio della provincia di Viterbo, ci troviamo quindi nelle verdi e lussureggianti colline viterbesi.

Quello di cui voglio raccontare, sembra appartenere ad un tempo antico, dove tutto si è fermato e il silenzio del luogo è interrotto dallo scorrere perenne dell’acqua sulla roccia.

Le Cascate di Fosso Castello fanno parte del territorio di Chia, piccola  frazione del comune di Soriano nel Cimino; si sviluppano lungo un percorso tortuoso su delle rocce di origine vulcanica, il peperino o piperino, tipica di questa zona, attorniate da rovine, da enormi massi ammantati da umido muschio e vigorose piante rampicanti ed il tutto circondato da una fitta vegetazione.

 

Il panorama che ti accoglie è semplicemente selvaggio, uno scenario che ha caratterizzato, dalla Preistoria ad almeno tutto il Medioevo, vite quotidiane e diversi avvenimenti storici, dei quali ancora non ne abbiamo piena conoscenza.

Le testimonianze di ciò sono tangibili e alla vista di tutti: a mano a mano che si percorre il sentiero a ridosso del corso d’acqua, si intravedono resti di abitazioni rurali e di attività produttive, come l’antico mulino ad acqua, del quale sono ancora un vivido ricordo le lastre di pietra adagiate dentro e fuori ad esso; ancora più arcaici sono gli enormi massi, imponenti sia all’esterno che all’interno del ruscello, a tal proposito recenti ricerche li fanno risalire all’epoca etrusca; proseguendo, il sentiero si discosta dal fruscio dell’acqua corrente e sale di pendenza, addentrandosi sempre di più dentro al boscho, che qui chiamano “bosco sacro”; quando si risale si arriva ad un ‘punto panoramico’ che si affaccia sulla Valle di Fosso Castello, una meraviglia della natura, dal colore verde accesso e fittissima, ma ancora più stupefacente è la Torre di Chia che si innalza in direzione Sud-Est della valle, uno dei pochi resti di un antico castello medievale, che agli inizi degli anni ’70 divenne proprietà del regista Pier Paolo Pasolini, dove qualche anno prima, nel 1964, girò le scene del film Il Vangelo secondo Matteo.

Il sentiero prosegue fino a Bomarzo, altro paese arroccato sulla Valle del Tevere e ricco di storia, ed è proprio in questa parte di vallata che il racconto diventa ancora più misterioso; ricordate il “boscho sacro”, sacro perché racchiude la ‘Necropoli di Santa Cecilia’ e la ‘Piramide  di Bomarzo’.

 

Articolo di Daniele Morali

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Redazione Nèa Polis

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