“Tre (donne) sull’altalena”: Lunari al femminile

“Tre (donne) sull’altalena”: Lunari al femminile

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C’erano una volta delle giovani donne che venivano dal Sud dell’Italia, precisamente dalla Puglia, e precisamente dalla provincia di Foggia. Queste giovani donne osarono sognare di mettere in piedi un loro piccolo regno fatato, in cui fare dell’arte la propria vita e, magari, anche un’attività lavorativa seria e con reali possibilità di successo.

Una storia di fantascienza? L’inizio di un racconto fiabesco? No, bensì l’incipit della vita vera dell’associazione Apulia, arte turismo e cultura.

E come per magia queste giovani professioniste, attrici, musiciste, organizzatrici di produzione, sono riuscite a dare vita ad un’attività culturale a tutto tondo, che ha radici, appunto, in Puglia, ma il cui operato si estende su tutto il territorio dello stivale, coinvolgendo collaboratori di varia provenienza ed interessando varie forme d’arte.

E, come in tutte le favole che si rispettino, la nostra principessa (questa coraggiosa associazione culturale) incontrò il suo principe, il suo Deus ex machina, che ne riconobbe il valore e seppe rispettarla ed onorarla: l’autorevole drammaturgo Luigi Lunari.

Il sig. Lunari, che vanta nella sua pluridecennale esperienza teatrale, collaborazioni con un signore di nome Giorgio Strehler e con un certo Paolo Grassi, scrisse, nel 1991, un testo che ha varcato confini geografici e temporali e che, ancora oggi, da più di 25 anni viene tradotto e messo in scena in tutto il mondo: “Tre sull’altalena”.

È la storia di tre persone, radicalmente diverse e sconosciute le une alle altre, che si ritrovano nella stessa stanza, tutte e tre convinte di essere in un posto diverso. Si scontrano, non si capiscono, cercano di mettersi d’accordo, affrontano l’equivoco ognuno a suo modo, fino a che una causa di forza maggiore costringe queste persone a rimanere bloccate lì, in questo non luogo che, in preda all’inquietudine iniziano a pensare possa essere l’anticamera dell’aldilà e di essere in attesa del Giudizio, che questi uomini … si! Sono tre uomini. Come? Tutta la storia sulle giovani donne, il principe azzurro e poi … tre uomini? Giusto!

Originariamente, e per più di 20 anni, questo testo ha visto protagonisti uomini, con mentalità da uomini, con il problem solving da uomini, e dunque rappresentando maschere sociali tipicamente maschili.

E per tanti anni attrici hanno voluto cimentarsi con questo testo dal sapore beckettiano, ironico e profondo, e l’hanno fatto trasponendo il maschile sul femminile, come troppe volte accade.

Ma Luigi Lunari decide un bel giorno di porre fine a questa trasposizione forzata e riscrive il testo: finalmente i tre personaggi protagonisti sono donne. E, per la prima volta nella storia, questa riscrittura al femminile prende vita, viene portata alla luce. E indovinate chi è stato scelto come soggetto pioniere di questa messa in scena? Si, proprio loro! Le nostre eroine pugliesi che, con coraggio, stanno affrontando un testo così importante, investite dell’onore di essere le prime donne a salire sull’eccezionale altalena nata dalla mente di quest’uomo tanto speciale per la nostra storia teatrale.

“Tre sull’altalena” di Luigi Lunari, con la regia di Roberto Negri, nella sua versione al femminile per la prima volta in scena, è stato rappresentato dall’associazione Apulia, arte turismo e cultura in Febbraio al teatro Garibaldi di Lucera (FG) e, in attesa delle repliche autunnali a Roma, e per non farci mancare niente, è stato selezionato per il prestigioso Milano Off Isola Festivalhttps://milanooff.com/) nell’ambito del quale sarà in scena dall’11 al 18 giugno presso La Stecca 3.0, spazio artistico polivalente nel cuore di Milano.

Le tre protagoniste dello spettacolo, Stefania Benincaso, Arianna Gaudio e Stefania Aluzzi, affronteranno una scena importante come quella milanese, forti dell’approvazione dello stesso Lunari dopo la prima pugliese.

Nell’attesa delle repliche a Roma, previste, come detto sopra, per il prossimo autunno, restiamo ad ammirare l’incontro tra il coraggio di questa giovane associazione e l’intuito benevolo di un grande del nostro teatro, che non rinuncia a guardare avanti.

Gabriella Olivieri

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Redazione Nèa Polis

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